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mercoledì 17 novembre 2010

Yokohama vision

Lo scorso fine settimana si è tenuto in Giappone il vertice asiatico APEC, a cui hanno partecipato i Paesi dell’area Asia-Pacifico. Molti i risultati concreti ottenuti, definiti come la “Yokohama vision”.

Il 13 e 14 novembre scorso si è tenuto a Yokhoma, in Giappone, il 18º summit dell’APEC (Asian Pacific Economic Cooperation), il secondo vertice asiatico, dopo quello del G20. Vi hanno partecipato tutte le economie dell’area Asia-Pacifico, tra cui le maggiori potenze mondiali quali Cina, Giappone, Stati Uniti, Russia e Canada.
Contrariamente al G20, in questa occasione qualche accordo concreto è stato preso. Innanzitutto, i 21 Paesi aderenti hanno messo in cantiere la creazione di un’area di libero commercio nella zona Asia-Pacifico, obiettivo da tempo pianificato e che potrebbe realizzarsi entro il 2011. Per fare ciò gli Stati partecipanti si sono impegnati a sostenere la crescita equilibrata nella regione e impedire i fenomeni di svalutazione dilaganti negli ultimi mesi.
Tra le misure necessarie per il progetto di cooperazione commerciale, infatti, vi è il rafforzamento della flessibilità dei tassi di cambio. Inoltre, entro il 2013 i Paesi dell’APEC hanno garantito che non eleveranno ulteriori dazi e rimuoveranno quelli innalzati nel periodo di crisi.
Per ciò che riguarda la Cina in modo specifico, il forum APEC ha fatto affiorare una precisa politica di contenimento da parte degli USA nei confronti del Dragone, volta ad assicurare una crescita compatibile con gli equilibri mondiali.
Altra questione riaperta è stata quella delle esportazioni di terre rare. Nei giorni scorsi la Repubblica Popolare, che detiene il 60% delle riserve mondiali di metalli magnetici, aveva fatto sapere che avrebbe permesso le esportazioni di terre rare solo verso quei produttori che rispettassero il limite di emissioni inquinanti e che fossero in possesso della certificazione ISO 9000. Al summit, però, pare che il presidente della Commissione per le Riforme e lo Sviluppo nazionale cinese Zhang Ping abbia riaperto le esportazioni verso il Giappone, dopo un periodo di irrigidimento tra i due Paesi.
Tutto ciò non fa altro che confermare non solo che gli accordi presi all’incontro APEC sono di fondamentale importanza per l’economia mondiale, non fosse altro perché i soli partecipanti detengono il 40% del Pil mondiale, ma anche che la Cina è sempre più un Paese leader, capace di intimorire il resto del mondo e dettare le regole.

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