Dal 22 al 25 novembre è stata organizzata la visita follow-up della Missione di Sistema in Cina del giugno scorso dedicata alla Filiera Automotive.
Si conclude oggi la Missione del settore automotive italiano in Cina, organizzata da ICE e Confindustria con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari Esteri, l’ANFIA e l’Unione Industriale di Torino. L’obiettivo della visita è quello favorire la creazione di partnership tra aziende italiane e promuovere insediamenti e investimenti in loco.
Il settore automobilistico cinese è in grande espansione, nonostante la crisi economica del 2009. La Cina è il più grande produttore mondiale di auto e la sua quota di immatricolazioni è attualmente pari a 62 milioni, che nel 2020 potrebbero superare i 200 milioni. Solo nei primi 7 mesi del 2010 le vendite sono cresciute del 43% con 10,26 milioni di vetture ed entro la fine dell’anno potrebbero superare i 15 milioni di veicoli. Il governo cinese, inoltre, sta puntando molto sulla riduzione dell’impatto ambientale delle automobili spingendo sulla produzione di vetture elettriche ed ibride. Entro il 2020 si è posto l’obiettivo di far circolare solo veicoli a basse emissioni. Per raggiungere questo scopo, 16 grandi aziende cinesi hanno stipulato un’alleanza per investire 14,7 miliardi di dollari per la realizzazione di auto elettriche.
La Missione in corso si snoda in due tappe: la prima a Canton (o Guangzhou), dove ha sede il maggior gruppo automobilistico cinese, il Guangzhou Automobile Industry Group (GAIG), e la seconda a Shanghai, dove si trovano la Shanghai Automotive Industry Corporation (SAIC) e altri leader del settore, tra cui la Magneti Marelli e il Gruppo Fiat. Durante le giornate sono stati organizzati seminari, incontri B2B dedicati alla componentistica, car design e macchine utensili nonché visite a stabilimenti, distretti industriali e centri di ricerca. Vi partecipano 66 rappresentanti italiani, di cui 33 aziende (12 delle quali già presenti in Cina) e 2 associazioni industriali.
Con questa iniziativa si completerà il quadro delle opportunità di sbocco per le PMI italiane in Cina, già delineato con la missione di giugno. Se la visita di questi giorni porterà buoni frutti, si apriranno nuove prospettive per le aziende che puntano su qualità, innovazione e rispetto per l’ambiente.
Si conclude oggi la Missione del settore automotive italiano in Cina, organizzata da ICE e Confindustria con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari Esteri, l’ANFIA e l’Unione Industriale di Torino. L’obiettivo della visita è quello favorire la creazione di partnership tra aziende italiane e promuovere insediamenti e investimenti in loco.
Il settore automobilistico cinese è in grande espansione, nonostante la crisi economica del 2009. La Cina è il più grande produttore mondiale di auto e la sua quota di immatricolazioni è attualmente pari a 62 milioni, che nel 2020 potrebbero superare i 200 milioni. Solo nei primi 7 mesi del 2010 le vendite sono cresciute del 43% con 10,26 milioni di vetture ed entro la fine dell’anno potrebbero superare i 15 milioni di veicoli. Il governo cinese, inoltre, sta puntando molto sulla riduzione dell’impatto ambientale delle automobili spingendo sulla produzione di vetture elettriche ed ibride. Entro il 2020 si è posto l’obiettivo di far circolare solo veicoli a basse emissioni. Per raggiungere questo scopo, 16 grandi aziende cinesi hanno stipulato un’alleanza per investire 14,7 miliardi di dollari per la realizzazione di auto elettriche.
La Missione in corso si snoda in due tappe: la prima a Canton (o Guangzhou), dove ha sede il maggior gruppo automobilistico cinese, il Guangzhou Automobile Industry Group (GAIG), e la seconda a Shanghai, dove si trovano la Shanghai Automotive Industry Corporation (SAIC) e altri leader del settore, tra cui la Magneti Marelli e il Gruppo Fiat. Durante le giornate sono stati organizzati seminari, incontri B2B dedicati alla componentistica, car design e macchine utensili nonché visite a stabilimenti, distretti industriali e centri di ricerca. Vi partecipano 66 rappresentanti italiani, di cui 33 aziende (12 delle quali già presenti in Cina) e 2 associazioni industriali.
Con questa iniziativa si completerà il quadro delle opportunità di sbocco per le PMI italiane in Cina, già delineato con la missione di giugno. Se la visita di questi giorni porterà buoni frutti, si apriranno nuove prospettive per le aziende che puntano su qualità, innovazione e rispetto per l’ambiente.
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