Domenica 31 ottobre si è conclusa l’Esposizione Universale di Shanghai, dopo 184 giorni di manifestazione.
L’Expo di Shanghai è stato un evento che ha battuto ogni record, in primis quello dell’afflusso di visitatori: ne erano attesi 70 milioni e se ne sono registrati 73,08. Il picco più alto è stato comunque nell’ultimo mese, con 1,032 milioni di ingressi il giorno 16 ottobre. Comunque sia, il 97% dei visitatori è stato di nazionalità cinese, il che ridimensiona il carattere internazionale dell’esposizione su cui le autorità cinesi hanno insistito anche in occasione della sontuosa cerimonia di chiusura.
Su di un’area di 5,28 chilometri quadrati sono stati ospitati 190 Paesi e 50 organizzazioni internazionali in un centinaio di padiglioni e sono stati organizzati 20.000 eventi culturali. Non solo: si stima che l’Expo avrà comunque ripercussioni positive sull’economia cinese per i prossimi 3-5 anni e che il ritorno economico totale potrà aggirarsi intorno ai 12 milioni di dollari. La città di Shanghai intanto ne ha beneficiato in infrastrutture e sviluppo notevoli.
I numeri relativi ai costi sostenuti sono un po’ meno precisi a causa della stampa cinese poco favorevole a fornire dati di questo tipo; si calcola, comunque, che la città di Shanghai abbia investito 45 miliardi di dollari per l’organizzazione.
Il padiglione italiano è stato sicuramente uno dei più ammirati dell’Expo, con 7 milioni di visitatori; ha ospitato 150 eventi di business, 58 eventi culturali per 45 mila persone ed ha coinvolto oltre 1.500 aziende e associazioni di categoria. Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la sua visita all’Esposizione Universale, il padiglione tricolore ha avuto un ruolo fondamentale nella promozione della qualità italiana in Cina, rafforzando i rapporti tra i due Paesi. Eppure, nonostante i numerosi apprezzamenti e nonostante la Cina abbia chiesto all’Italia di lasciare in eredità gli allestimenti per il Museo dell’Expo, non è stato conferito al nostro Paese nessuno dei 9 premi assegnati ai migliori padiglioni. La sfida italiana, tra l’altro, inizia soltanto ora: con la chiusura di Shanghai si passa il testimone a Milano per l’Expo 2015. Le aspettative sono inferiori rispetto all’evento cinese, ma si vuole puntare soprattutto sulla qualità della manifestazione.
Comunque vada, resta il fatto che quella di Shanghai è stata la prima Esposizione Universale in un mercato in via di sviluppo ed i risultati, almeno nei numeri, sono stati eccellenti.
L’Expo di Shanghai è stato un evento che ha battuto ogni record, in primis quello dell’afflusso di visitatori: ne erano attesi 70 milioni e se ne sono registrati 73,08. Il picco più alto è stato comunque nell’ultimo mese, con 1,032 milioni di ingressi il giorno 16 ottobre. Comunque sia, il 97% dei visitatori è stato di nazionalità cinese, il che ridimensiona il carattere internazionale dell’esposizione su cui le autorità cinesi hanno insistito anche in occasione della sontuosa cerimonia di chiusura.
Su di un’area di 5,28 chilometri quadrati sono stati ospitati 190 Paesi e 50 organizzazioni internazionali in un centinaio di padiglioni e sono stati organizzati 20.000 eventi culturali. Non solo: si stima che l’Expo avrà comunque ripercussioni positive sull’economia cinese per i prossimi 3-5 anni e che il ritorno economico totale potrà aggirarsi intorno ai 12 milioni di dollari. La città di Shanghai intanto ne ha beneficiato in infrastrutture e sviluppo notevoli.
I numeri relativi ai costi sostenuti sono un po’ meno precisi a causa della stampa cinese poco favorevole a fornire dati di questo tipo; si calcola, comunque, che la città di Shanghai abbia investito 45 miliardi di dollari per l’organizzazione.
Il padiglione italiano è stato sicuramente uno dei più ammirati dell’Expo, con 7 milioni di visitatori; ha ospitato 150 eventi di business, 58 eventi culturali per 45 mila persone ed ha coinvolto oltre 1.500 aziende e associazioni di categoria. Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la sua visita all’Esposizione Universale, il padiglione tricolore ha avuto un ruolo fondamentale nella promozione della qualità italiana in Cina, rafforzando i rapporti tra i due Paesi. Eppure, nonostante i numerosi apprezzamenti e nonostante la Cina abbia chiesto all’Italia di lasciare in eredità gli allestimenti per il Museo dell’Expo, non è stato conferito al nostro Paese nessuno dei 9 premi assegnati ai migliori padiglioni. La sfida italiana, tra l’altro, inizia soltanto ora: con la chiusura di Shanghai si passa il testimone a Milano per l’Expo 2015. Le aspettative sono inferiori rispetto all’evento cinese, ma si vuole puntare soprattutto sulla qualità della manifestazione.
Comunque vada, resta il fatto che quella di Shanghai è stata la prima Esposizione Universale in un mercato in via di sviluppo ed i risultati, almeno nei numeri, sono stati eccellenti.
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