La richiesta di energia in Cina raggiunge livelli record e le conseguenze dannose sono numerose: non solo inquinamento, ma anche forti rischi di black-out minacciano il Paese. Nucleare e rinnovabili saranno la risposta al problema.
Nella prima metà di novembre, in Cina, la produzione di energia è aumentata dell’8,9% ed il consumo energetico del 7% rispetto allo stesso periodo nel 2009. La domanda energetica del paese asiatico, quindi, continua a crescere in modo inarrestabile.
A fonte di ciò, diversi saranno i problemi che la Repubblica Popolare dovrà affrontare, tra cui la riduzione delle scorte di carbone, che provocherà disagi soprattutto nelle metropoli come Pechino, Tianjin e Chongquing. Tale scarsità di materia prima ha già provocato un aumento del prezzo del carbone che, assieme al freddo che incombe e alle politiche di risparmio energetico attuate, aumenta in questi mesi il rischio di black-out nel nord del Paese. Le politiche di risparmio energetico e di riduzione dell’inquinamento, infatti, sono recentemente state prese in quanto la Cina detiene il record mondiale di emissioni di gas ad effetto serra, con un aumento nell’ultimo anno dell’8%.
Diverse, infatti, sono le soluzioni che le autorità di Pechino stanno mettendo in atto per affrontare in modo efficace il problema energetico. Innanzitutto, la ricerca di altre risorse, scelta messa in pratica tramite la cooperazione con l’Africa per l’estrazione di minerali e gas naturale, e gli investimenti nel nucleare, la cui produzione dovrebbe aumentare del 5% l’elettricità entro il 2020.
In secondo luogo, si punta molto sulla green economy, settore per il quale tra il 2005 e il 2010 sono stati investiti più di 300 miliardi di dollari. Con l’obiettivo del risparmio energetico si sono garantiti ingenti investimenti alle aziende che sviluppano tecnologie per la conservazione energetica e che tutelano l’ambiente. Ciò ha permesso, ad esempio, di puntare, nel campo automobilistico, alla creazione dell’auto elettrica.
Anche nel nuovo piano di sviluppo quinquennale la green economy è uno dei temi principali: si prevedono appalti pubblici e privati da parte del Ministero dell’Industria e dell’Information Technology per attirare aziende straniere che sviluppino il settore. Finora, su 8000 appalti, 7000 sono stati vinti da imprese estere.
Nella prima metà di novembre, in Cina, la produzione di energia è aumentata dell’8,9% ed il consumo energetico del 7% rispetto allo stesso periodo nel 2009. La domanda energetica del paese asiatico, quindi, continua a crescere in modo inarrestabile.
A fonte di ciò, diversi saranno i problemi che la Repubblica Popolare dovrà affrontare, tra cui la riduzione delle scorte di carbone, che provocherà disagi soprattutto nelle metropoli come Pechino, Tianjin e Chongquing. Tale scarsità di materia prima ha già provocato un aumento del prezzo del carbone che, assieme al freddo che incombe e alle politiche di risparmio energetico attuate, aumenta in questi mesi il rischio di black-out nel nord del Paese. Le politiche di risparmio energetico e di riduzione dell’inquinamento, infatti, sono recentemente state prese in quanto la Cina detiene il record mondiale di emissioni di gas ad effetto serra, con un aumento nell’ultimo anno dell’8%.
Diverse, infatti, sono le soluzioni che le autorità di Pechino stanno mettendo in atto per affrontare in modo efficace il problema energetico. Innanzitutto, la ricerca di altre risorse, scelta messa in pratica tramite la cooperazione con l’Africa per l’estrazione di minerali e gas naturale, e gli investimenti nel nucleare, la cui produzione dovrebbe aumentare del 5% l’elettricità entro il 2020.
In secondo luogo, si punta molto sulla green economy, settore per il quale tra il 2005 e il 2010 sono stati investiti più di 300 miliardi di dollari. Con l’obiettivo del risparmio energetico si sono garantiti ingenti investimenti alle aziende che sviluppano tecnologie per la conservazione energetica e che tutelano l’ambiente. Ciò ha permesso, ad esempio, di puntare, nel campo automobilistico, alla creazione dell’auto elettrica.
Anche nel nuovo piano di sviluppo quinquennale la green economy è uno dei temi principali: si prevedono appalti pubblici e privati da parte del Ministero dell’Industria e dell’Information Technology per attirare aziende straniere che sviluppino il settore. Finora, su 8000 appalti, 7000 sono stati vinti da imprese estere.
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