Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Cina

mercoledì 30 novembre 2011

La Cina entra nel mercato dei vaccini

Grazie alle regole più severe e ai numerosi controlli imposti dal governo nel settore farmaceutico, la Cina potrà vendere, nel giro di due anni, vaccini a costi ridotti.

Nonostante gli scandali che hanno riguardato il settore farmaceutico cinese negli ultimi anni, la Repubblica Popolare si prepara ad entrare nel mercato dei vaccini a costi ridotti. Il Paese asiatico ha dimostrato di poter essere al pari degli standard internazionali, tanto che lo scorso marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che l’Autorità per la sicurezza dei farmaci di Pechino è conforme ai requisiti internazionali. Questo riconoscimento permetterà ora di sottoporre i singoli vaccini all’organizzazione entro due anni per venderli successivamente alle Nazioni Unite e alla Gavi raggiungendo le popolazioni più povere. Il primo vaccino potrebbe essere quello contro l’encefalite giapponese, malattia che può condurre anche al decesso.
Già nel 2009 una ditta farmaceutica cinese fu in grado di sviluppare, dopo solo 87 giorni, il primo vaccino contro la febbre suina. Oggi in Cina esistono 30 aziende che producono circa un miliardo di dosi annuali, un record mondiale. Il merito di questi successi è dovuto anche alle misure intraprese dal governo per aumentare i controlli e le sanzioni in caso di irregolarità. L’Oms, comunque, continuerà a verificare la sicurezza dei vaccini.

martedì 29 novembre 2011

Il CIC investirà nelle infrastrutture di Europa e USA

La Cina investirà capitale in Europa e negli Stati Uniti già dal prossimo anno: il CIC è interessato alle infrastrutture occidentali mentre il governo di Pechino comprerà asset di Paesi europei.

In un editoriale del Financial Times, il presidente di China Investment Corporation Lou Jiwei ha annunciato che il Fondo Sovrano cinese, che dispone oggi di riserve per oltre 400 miliardi di dollari, investirà nelle infrastrutture europee e statunitensi. Obiettivo degli investitori cinesi, infatti, è quello di diversificare il più possibile: se prima le operazioni all’estero li coinvolgevano solo in qualità di fornitori, oggi desiderano partecipare attivamente ai progetti e al loro sviluppo.
Il CIC è una realtà basata su principi commerciali ed economici ed è slegata dai piani governativi, motivo per cui non ne segue le dinamiche politiche; tuttavia, gli investimenti che ricerca sono necessariamente ad alta redditività e a rischi contenuti. Per questo, al momento risultano esclusi dai piani di investimento del Dragone i Paesi europei fortemente indebitati. La prima destinazione degli investimenti del Fondo sarà il Regno Unito, dove il CIC collaborerà con i gestori di fondi o investendo direttamente nel settore delle infrastrutture.
Il governo di Pechino, nel frattempo, ha dichiarato di essere interessato ad acquistare asset europei e già dall’anno prossimo invierà una delegazione di investitori cinesi in Europa per comprare aziende europee, promuovendo così il commercio e gli investimenti bilaterali. Il ministro del Commercio cinese Cheng Deming, però, chiarisce che l’Europa deve compiere alcuni passi, tra cui eliminare gli ostacoli normativi per l’entrata di capitale cinese e fronteggiare la crisi del debito. In cambio, la Repubblica Popolare aprirà alle imprese europee, soprattutto in campo finanziario.

lunedì 28 novembre 2011

Costa Crociere in Cina con una WFOE

Costa Crociere S.p.A. sarà la prima compagnia di crociera a costituire una WFOE in Cina, un traguardo ottenuto grazie al sostegno delle autorità locali.

Costa Crociere S.p.A. è uno dei migliori esempi di successo attuali in Cina ottenuto grazie alla cooperazione con le autorità locali, oltre che rappresentare un segnale positivo per il turismo crocieristico dell’area. La società, infatti, sarà la prima compagnia di crociere a costituire una WFOE (wholly foreign owned enterprise) in Cina, che avrà sede a Shanghai.
Il traguardo raggiunto è stato possibile grazie ad un percorso nel Paese asiatico cominciato nel 2006, quando Costa Crociere, anche in quel caso, fu la prima azienda internazionale del settore ad entrare nel mercato cinese e iniziò a sostenere lo sviluppo dell’industria crocieristica in qualità di first mover nel Dragone. In questi anni il marchio si è promosso ed ha ottenuto fiducia e credibilità, diventando tra i più popolari nel campo del turismo: i passeggeri cinesi che hanno viaggiato sulle navi italiane fino ad oggi sono stati 170.000. Il merito dei successi della società va dato agli investimenti in innovazione, relativamente ai servizi e agli itinerari offerti, e alla cooperazione con il Ministero dei Trasporti e la Municipalità di Shanghai; difatti una spinta decisiva è stata l’estensione alle compagnie di crociera della legislazione relativa alle WFOE nel settore dello shipping.
Con la costituzione della WFOE, Costa Crociere offrirà servizi finanziari e commerciali alle agenzie di viaggi cinesi, tra cui attività di marketing, emissione di biglietti e incassi in valuta locale, e punterà ad aumentare la domanda di mercato. Ci sarà, quindi, più spazio per la promozione dei viaggi in crociera, grazie anche alla nuova nave che verrà posizionata in Cina già nel 2012, Costa Victoria.

venerdì 25 novembre 2011

Tensioni sociali in Cina

In Cina si respira un’aria di tensione negli ultimi mesi: gli operai protestano nuovamente, mentre i ricchi emigrano all’estero per sfuggire ad una situazione incerta e preoccupante.

Anche la Cina sta vivendo un momento difficile dal punto di vista sociale, riflesso anche di un’economia altalenante e sottoposta ai rischi della situazione internazionale. Nel Sud del Paese, e in particolare a Shenzhen, Dongguan e Foshan, si registrano nuove ondate di scioperi da parte degli operai di fabbriche dell’industria manifatturiera. Sono per lo più di lavoratori impiegati in aziende taiwanesi o di Hong Kong che protestano contro i recenti tagli salariali che prevedono la cancellazione degli straordinari. Si tratta di una misura presa da molte aziende del settore per compensare il calo degli ordini avvenuto in conseguenza della diminuzione della domanda occidentale. Altro motivo della protesta, inoltre, è la delocalizzazione di alcune produzioni in aree della Cina con costo della manodopera minore o in Vitenam.
A lamentare una situazione difficile non sono solo le classi più basse, ma anche i super ricchi della Repubblica Popolare. Secondo una recente ricerca della Hurun Report e della Banca di Cina, effettuata su 980 milionari (con oltre 1,17 miliardi di euro), il 46% dei super ricchi sarebbe pronto ad emigrare in Paesi come USA, Canada, Singapore, e Australia, mentre il 14% l’avrebbe già fatto. Il motivo principale è proprio l’insicurezza che si respira nel Dragone, dovuta alla situazione politica, alle nuove tensioni sociali, alla corruzione e all’inquinamento. Molti di loro, infatti, vorrebbero dare ai loro figli un’educazione qualitativamente migliore, che la Repubblica Popolare al momento non può offrire. Infine, un terzo degli intervistati emigra per investire il proprio capitale in un Paese più sicuro e molte economie occidentali si stanno attrezzando per poter accogliere adeguatamente i cinesi milionari.

giovedì 24 novembre 2011

Cina: vicino il libero scambio con Giappone e Corea

Pechino accelera i tempi per poter avviare già il prossimo anno un’area di libero scambio con il Giappone e la Corea del Sud e difendersi così dagli Stati Uniti.

Lo studio di fattibilità per una zona di libero scambio tra Cina, Giappone e Corea del Sud era già stato concordato nel gennaio 2010, ma ora sembra ci sia stata una certa spinta ad accelerare i tempi da parte del premier cinese, Wen Jiabao. Pechino, infatti, ha richiesto che gli studi congiunti dei tre governi vengano conclusi entro la fine dell’anno, in modo da poter avviare i negoziati per l’istituzione dell’area commerciale già il prossimo anno.
L’interesse per la conclusione dei lavori potrebbe essere stato provocato dal recente intervento degli Stati Uniti in Australia per intensificare il ruolo della potenza economica nella regione Asia-Pacifico e per creare un’area di libero scambio Transpacifico, senza aver interpellato la Cina. Tuttavia, gli USA hanno dichiarato di voler garantire la libertà di navigazione e degli scambi commerciali nel Mare del Sud della Cina e di voler rimanere neutrali rispetto alle dispute che coinvolgono il Dragone e i Paesi vicini.
Nonostante queste voci, comunque, Stati Uniti e Cina si sono confrontati più volte in occasione del sesto vertice dell’Asia orientale a Bali, confermando la reciproca intenzione di cooperare tra loro in modo costruttivo.

mercoledì 23 novembre 2011

Lavazza apre 15 coffee shop in Cina

Lavazza Espression si prepara all’espansione in Cina, dove ha recentemente inaugurato 15 nuovi coffee shop a Shanghai, Pechino e Guangzhou.

Lavazza Espression è il marchio lanciato da Lavazza nel 2007 per espandersi in tutto il mondo con un brand che riassumesse lo stile, il design e la qualità di un’azienda italiana. Dopo essere approdata all’estero nei luoghi di maggiore visibilità, come vie centrali, centro commerciali e aeroporti, oggi la catena arriva anche in Cina, dove ha recentemente inaugurato 15 coffee shop nelle zone principali di Shanghai, Pechino e Guangzhou. Lavazza Espression ha scelto come partner per il suo investimento nel Dragone la società Guangdong HongCheng Coffee Catering Investment, Area Developer esclusivo nel Paese asiatico per il brand italiano. L’obiettivo di Lavazza nella Repubblica Popolare è quello di espandere il marchio nei prossimi anni e fidelizzare, in particolare, i giovani consumatori, ovvero la fascia che maggiormente è attratta dalle abitudini occidentali. Nei prossimi cinque anni, inoltre, prevede di aprire altri 200 coffee shops in tutto il Paese.
Tra i motivi che hanno spinto verso questo successo dell’azienda, c’è una particolare attenzione per la continua innovazione di prodotto: in Cina i punti Lavazza Espression non offrono solo il classico caffè ma anche una gamma di bevande e piatti italiani; nei locali si trovano, inoltre, ricettari di caffè e un menu frutto dell’alta cucina italiana e internazionale. Gli ambienti sono estremamente curati e caratterizzati dal design creativo e moderno.
Oltre al mercato cinese, il marchio Espression aprirà locali in Russia, Bulgaria, Stati Uniti, Cile, Argentina e Brasile, grazie alle partnership e ai progetti in via di sviluppo in queste aree.

martedì 22 novembre 2011

Progetti europei per il Programma di Governance Ambientale

L’Unione Europea promuove la partecipazione al Programma di Governance Ambientale della Cina, invitando i partner europei locali a presentare progetti ecosostenibili a fronte di un finanziamento fino al 75%.

Nell’ambito della cooperazione tra Europa e Cina, un ruolo di prim’ordine è dato al settore ambientale, attualmente oggetto del Programma di Governance Ambientale (EGP) della Repubblica Popolare. Si tratta di un piano volto a promuovere il rispetto dell’ambiente nel Dragone, operando su più fronti: il coinvolgimento dell’opinione pubblica nelle questioni ambientali, anche attraverso la facilitazione della circolazione di informazioni e la presenza dei cittadini nelle decisioni chiave; la regolamentazione giuridica delle tematiche ambientali e l’incentivo ai privati per un maggior impegno nelle attività sostenibili. Tutto ciò si concretizzerà grazie a progetti di partnership a livello locale e iniziative ambientali a livello nazionale, che permetteranno il coinvolgimento di soggetti stranieri con progetti idonei agli obiettivi dichiarati.
L’Unione Europea promuove la partecipazione al programma EGP tramite la Delegazione UE in Cina, la quale mette a diposizione un budget pari a 11.250.000 euro per lo sviluppo di partnership che mettano in campo province, municipalità e altri enti locali. Potranno presentare i progetti tutti i soggetti presenti nel territorio cinese con i loro partner europei: persone giuridiche, ONG, università e programmi di ricerca, centri in collaborazione con autorità locali, studi legali e organizzazioni internazionali.
I progetti dovranno avere una durata massima di un anno e potranno ricevere un finanziamento tra 300.000 e 1.000.000 di euro, pari al 75% dei costi ammissibili. Il concept note dovrà essere presentato per una pre-selezione il 3 gennaio 2012 o il 14 maggio 2012.

lunedì 21 novembre 2011

Il vino pugliese si promuove in Cina

La Regione Puglia partecipa con 16 aziende locali del settore vitivinicolo alla prima edizione di World Wine Meetings Asia, in corso a Canton fino al 22 novembre.

La Regione Puglia prosegue nella creazione di importanti forme di cooperazione con la Cina, attraverso programmi di sviluppo e instaurazione di relazioni stabili con le principali istituzioni locali. Dopo aver avviato azioni nell’ambito della green economy, con il presidente Nichi Vendola in prima linea, e aver stipulato un accordo con la Provincia del Guangdong lo scorso giugno, oggi la Puglia si prepara ad affrontare il mercato vitivinicolo, in forte espansione nel Paese asiatico.
Il settore si rivela per il territorio pugliese particolarmente favorevole: la domanda cinese di prodotti agroalimentari provenienti dalla Regione italiana è cresciuta del 319,5% solo nel 2010 e del 1000% negli ultimi 3 anni, segnale della preferenza accordata dai cinesi per bevande e il cibo internazionali.
Per cogliere appieno le opportunità offerte dal Dragone, Sprint Puglia, sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese, con il coordinamento del Servizio Internazionalizzazione, ha organizzato la partecipazione di 16 aziende pugliesi al World Wine Meetings Asia, in programma a Canton dal 19 al 22 novembre. Si tratta di una borsa d’affari ,programmata dalla Adhesion Asia, dedicata al settore vitivinicolo, che ospiterà 80 produttori provenienti dall’Europa e 100 importatori dal Guangdong, da Hong Kong, da Singapore, dalla Cina centrale e dal Sud-Est asiatico. L’iniziativa vuole, quindi, facilitare gli incontri tra operatori internazionali del vino e importatori sezionati, oltre a dare alle aziende estere una buona occasione per promuoversi in Cina.
La Regione Puglia, che ha aperto la Convention con una presentazione dei propri vini, si è posta come obiettivo l’accompagnamento delle 16 aziende partecipanti, offrendo loro assistenza tecnica nella creazione di contatti e nell’individuazione di forme di collaborazione con i buyer esteri. Inoltre, l’ente desidera sviluppare la conoscenza dei prodotti pugliesi nella Repubblica Popolare attraverso attività formative, commerciali, promozionale e di scouting.

venerdì 18 novembre 2011

Le aziende cinesi cercano risorse e competenze italiane

L’Italia piace ai cinesi per i suoi professionisti e il know-how di qualità: Huawei ha inaugurato un nuovo laboratorio nel milanese, dove lavoreranno centinaia di “cervelli” italiani.

In molti settori dell’industria le aziende cinesi puntano sull’Italia per la ricerca di collaborazioni scientifiche. Le multinazionali del Dragone, infatti, riconoscono le alte competenze di ingegneri, ricercatori e professionisti italiani e il forte know-how presente in alcune zone strategiche del Belpaese.
Giovedì scorso la conferma di questo fenomeno è arrivata dalla Huawei, importante realtà cinese per la produzione e commercializzazione di apparecchiature per le telecomunicazioni e leader nella ricerca e sviluppo. L’azienda ha spostato il centro di ricerca strategico sulle tecnologie microwave da Shenzhen a Milano e, grazie ad un investimento di 100 milioni di euro da qui al 2015, ne farà un hub di eccellenza globale nello sviluppo di tecnologie. La scelta della multinazionale è stata indotta dalle buone performance realizzate sin dall’arrivo in Italia: dal 2003 le sue quotazioni sulla piazza europea sono cresciute dall’1% al 16% e negli ultimi tre anni ha conseguito ottimi risultati grazie alle competenze eccellenti e al know-how locale. Tra i progetti futuri di Huawei nel nostro Paese ci sono la creazione di 100 nuovi posti di lavoro sin dal 2012 e il finanziamento di dottorati di ricerca orientati sulle necessità interne.
Altre realtà cinesi, comunque, hanno investito in Italia negli ultimi anni. Haier, colosso degli elettrodomestici, ha il centro europeo del design tra i poli di Varese e di Campodoro; la rivale Hisense ha traslocato il quartier generale da Torino a Milano e presto aprirà anche un centro ricerche. A Torino, invece, si concentrano i costruttori di automobili: Changan, Jac e, recentemente, Sokon holidng car che è interessata al territorio torinese per aprire una propria unità di ricerca e sviluppo.

giovedì 17 novembre 2011

Iniziative per il turismo internazionale in Cina

La Cina si apre al turismo internazionale, puntando su mete e servizi di alto livello e vacanze ecosostenibili.

Negli ultimi anni la Cina si sta affermando come meta turistica internazionale di alto livello, tanto che ora diverse sono le iniziative locali che spingono affinché vacanzieri da tutto il mondo scelgano una delle località del Dragone.
Tra le novità più recenti e accattivanti sta per essere promossa, a livello mondiale, l’isola tropicale di Hainan, nel golfo di Tonchino, dove la città di Sanya conta già numerose presenze turistiche grazie alla bellezza naturale del luogo e al clima favorevole. L’isola si rivolge soprattutto ad una clientela dedita al lusso, la quale può trovare catene alberghiere internazionali con servizi elevati, e si presta sia per il turismo per il tempo libero che per quello congressuale. Per far conoscere la meta alla clientela italiana, l’Ufficio Nazionale Turismo Cinese in Italia punterà sul web: il progetto prevede la formazione degli agenti di viaggi con workshop, educational, promo e corsi online. Per tutti, inoltre, sarà accessibile a breve il sito ufficiale completamente rinnovato turismocinese.it. con una sezione dedicata a “Hainan The tropical Island”.
All’inizio del nuovo anno, invece, la catena di alberghi ecofriendly europea NH Hotel aprirà la sua prima struttura nella Repubblica Popolare, a Chongqing, grazie ad una collaborazione con il gruppo cinese leader nel turismo in Cina HNA Hotel Group Ltd. Questo progetto apre le porte del Dragone ad un ulteriore branca del turismo, di particolare tendenza negli ultimi anni: la vacanza ecosostenibile.

mercoledì 16 novembre 2011

Export in calo, ma aumentano gli IDE

L’economia cinese risente della crisi occidentale, a causa della quale si riducono le esportazioni del Dragone mentre aumentano le importazioni.

La crisi che sta ancora assediando l’Europa si ripercuote anche in una delle economie più in crescita di questi anni, ovvero la Cina. Nella Repubblica Popolare, infatti, la debolezza del Vecchio Continente ha provocato un significativo calo delle esportazioni, dal momento che nel 2010 le merci europee hanno rappresentato circa un terzo della produzione cinese. Secondo i dati del Ministero del Commercio di pechino, nel mese di ottobre le esportazioni cinesi hanno toccato il loro livello più basso dal 2009, crescendo del 15,9%. Di pari passo, invece, aumentano le importazioni, in particolare dai tre principali partner commerciali del Dragone: USA con + 20,5%, Australia con + 36,7% e Unione Europea con +28,2%.
In conseguenza di questo trend si sta riducendo il surplus commerciale della Cina che nel mese scorso si è attestato a 17 miliardi di dollari, contro i 24,9 miliardi attesi. Secondo le previsioni, entro la fine del 2011 il surplus arriverà a 150 miliardi di dollari, con una diminuzione pari a 30 miliardi. Tale fenomeno va anche legato alle misure del governo centrale attuate per ristabilire l’equilibrio commerciale, aumentando proprio la voce dell’import.
Resistono alla crisi gli IDE in Cina, che nel periodo gennaio-ottobre 2001 hanno attirato flussi pari a 95 miliardi di dollari, con una crescita del 15,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I settori dove si registra maggior incremento sono i servizi, con un aumento del 20,7%, e il manifatturiero cinese, con +11,7%.

martedì 15 novembre 2011

Importante dialogo tra Cina e USA

In apertura del vertice Apec i due presidenti dei giganti Cina e Stati Uniti hanno avviato un importante dialogo bilaterale.

In occasione dell’apertura dei lavori per il vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) alle Hawaii, Barack Obama e Hu Jintao si sono incontrati per discutere alcune questioni fondamentali che riguardano I Paesi che rappresentano. Si tratta del nono appuntamento tra i due presidenti, ancora più importante viste le prossime elezioni americane e la riconferma della leadership cinese. Nel primo caso, infatti, la diplomazia statunitense sta cercando di mantenere buoni rapporti con la Repubblica Popolare, cercando di dissipare le incomprensioni passate. Le autorità cinesi, invece, osservano con una certa diffidenza i movimenti degli USA, che cercano di farsi strada in Asia anche avviando partnership con gli storici nemici de Dragone, quali Giappone, India e Vietnam.
In particolare, gli Stati Uniti insistono sulla questione della rivalutazione dello yuan: gli USA premono per un suo maggiore apprezzamento perché altrimenti le aziende americane vengono danneggiate, mentre la Cina ribadisce ancora una volta che le difficoltà americane (deficit commerciale e debolezza del mercato del lavoro) non sono causate dalla valuta cinese. Hu, inoltre, ha dichiarato che una delle priorità della Repubblica Popolare su questo fronte è quella di rinnovare il sistema di cambi, orientandosi verso un meccanismo più controllato, che guardi al mercato e che sia basato su un paniere di valute.
Obama e Jintao, infine, hanno parlato anche della questione Iran, fonte di preoccupazione per ciò che riguarda la politica nucleare. La necessità è quella di creare un fronte comune, assieme alla Russia, per muoversi con cautela ma in modo deciso nei confronti di Tehran. Tuttavia, Cina e Russia si sono dichiarate contrarie, diversamente dagli USA, all’applicazione di sanzioni severe.

lunedì 14 novembre 2011

La borsa di Shanghai apre alle aziende estere

Lo Shanghai Stock Exchange è pronto per l’internazionalizzazione del segmento azionario, tramite il quale si concederà agli emittenti esteri la vendita di titoli.

Una delle principali borse valori cinesi, lo Shanghai Stock Exchange, ha recentemente annunciato di voler permettere agli emittenti stranieri di vendere titoli azionari. Tale decisione garantirà ad un grande numero di investitori individuali di evitare i controlli diretti sul capitale a cui erano sottoposti finora e alle grandi compagnie di poter quotarsi in quello che è oggi il secondo mercato internazionale,.
L’iniziativa si rivelerà fruttuosa anche per la Repubblica Popolare, che così risulterà più appetibile agli occhi degli operatori esteri, mentre consentirà agli investitori cinesi di avere una maggiore varietà di società tra cui scegliere per accrescere il proprio portafoglio. Inoltre, Shanghai potrà, così, essere alla guida della finanza nazionale già a partire dal 2020.

venerdì 11 novembre 2011

Aprire una società commerciale in Cina

Con i costi elevati per l’apertura di un RO in Cina, sempre più investitori prediligono la società commerciale. Ecco alcuni dettagli per la costituzione di una FICE. 

Dopo che negli ultimi anni il governo cinese ha introdotto diverse limitazioni ai RO delle imprese straniere, una valida alternativa per gli investitori è quella della FICE (Foreign Invested Commercial Enterprise), forma societaria che permette di: importare ed esportare, vendere al dettaglio e all’ingrosso, avviare un franchising, svolgere attività di controllo, post vendita e altri servizi sul suolo cinese. Inoltre, la FICE è un’organizzazione economica, grazie ai vantaggi fiscali di cui gode. Ha a disposizione due forme: la WFOE, società a totale partecipazione straniera, o la joint venture con un socio cinese.
La legislazione di riferimento è quella stabilita dalle Disposizioni Amministrative sugli Investimenti Esteri nel Settore Commerciale entrate in vigore nel 2004. Per poter avviare una società commerciale è necessario disporre di una buona base economica, avere una capacità operativa commerciale avanzata e una estesa rete di vendita internazionale. Per quanto riguarda il capitale minimo, i requisiti variano a seconda del settore industriale e su base regionale.
Il processo di costituzione di una FICE si sviluppa in tre fasi: pre-registrazione, registrazione e post-registrazione. Nella prima fase l’imprenditore straniero dovrà rivolgersi alla State Adminsitration for Ibndustry and commerce (SAIC), che verificherà l’accettabilità del nome societario. Ciò che è vincolante in questo caso è il nome cinese e non la sua traduzione, Nella seconda fase l’investitore dovrà fornire la licenza commerciale (o certificato di costituzione), il conto bancario e prove di affidabilità creditizia. Il certificato di approvazione verrà rilasciato dall’ufficio locale del Ministero del Commercio, dopodiché saranno necessari 30 giorni per la registrazione presso la Adminsitration of Industry and Commerce. In seguito alla registrazione e all’ottenimento della licenza commerciale, l’investitore dovrà effettuare altri registrazioni.

giovedì 10 novembre 2011

Rallenta l'inflazione in Cina

In ottobre l’inflazione ha registrato il dato più basso degli ultimi 5 mesi, confermando la progressiva diminuzione.

Il mese di ottobre è stato registrato un altro dato incoraggiante per l’inflazione cinese: il tasso è stato il più basso degli ultimi cinque mesi segnando un 5,5%, leggermente inferiore ad alcune previsioni. Ciò è perfettamente in linea con il progressivo calo verificatosi dopo il picco di luglio con il 6,5% ed è stato probabilmente agevolato dai guadagni ridimensionati nel settore alimentare. inoltre, le vendite al dettaglio sono salite del 17,2% in ottobre, un dato positivo ma più basso rispetto alle previsioni.
Alcuni dati mostrano il rallentamento della Repubblica Popolare Cinese: la produzione industriale ha avuto una crescita più debole con il 13,2% su base annuale, contro il 13,4% previsto.
I dati sull’inflazione hanno già avuto qualche effetto sui listini azionari: lo Shanghai Composite Index è cresciuto di 0,7 punti percentuali arrivando a 2.520,08 punti e l’interest rate è sceso di 1,25 punti base.
La diminuzione dell’inflazione, tuttavia, non è sufficiente per poter arrivare ad un taglio dei tassi di interesse. Nonostante ciò, il suo rallentamento potrebbe però permettere di attuare alcune politiche urgenti e necessarie, come l’allentamento della pressione fiscale e di misure monetarie che hanno ristretto il credito di molte compagnie.

mercoledì 9 novembre 2011

Cina primo mercato di esportazione per la meccanica italiana

Il settore della meccanica italiana trova in Cina un terreno molto fertile per l’export: la Repubblica Popolare apprezza la qualità e l’innovazione del Made in Italy.

Un altro settore del Made in Italy, quello della meccanica, vede nella Cina il mercato più importante per l’export: il Dragone assorbe il 14% delle esportazioni del settore italiano ed è meta preferita anche del maggior competitor del nostro paese: la Germania.
In particolare, il comparto più importante risulta essere quello della meccanica utensile, con un valore mondiale di 45 miliardi di euro di cui 16 miliardi della Cina, la cui crescita e del 47% su base annua. Nel 2010 il Paese asiatico è diventato anche il primo produttore mondiale per un valore di 10 miliardi di euro. L’Italia, quarto posto a livello globale con i suoi 3,9 miliardi di fatturato di cui 2,5 all’estero, ha venduto in Cina macchine utensili per 350 milioni di euro, con una crescita del 4,6%; tra le macchine più vendute ci sono quelle speciali ad alta performance come grandi torni a cinque assi, rettifiche, fresatrici-alesatrici, presse per la deformazione dei metalli, ma anche componenti quali mandarini e teste di lavorazione.
Interessanti i dati relativi, poi, ai macchinari per il tunnelling, di cui si ha un recente esempio di successo con l’azienda italiana SELI. L’azienda, infatti, ha firmato un accordo di fornitura da 28 milioni di dollari con la ditta di costruzioni cinese Gezhouba, sbaragliando i concorrenti americani e tedeschi. SELI fornirà una macchina per scavare gallerie, la TBM, che verrà prodotta presso la cinese HSP con design italiano. La consegna del primo macchinario avverrà entro 10 mesi, cui seguiranno altre 30 macchine simili da realizzarsi nel giro di 5 anni. La macchina verrà impiegata per scavare un tunnel in Etiopia che fa parte di un impianto idroelettrico commissionato a Gezhouba dal governo etiope.
In generale, comunque, il settore della meccanica italiana risulta essere forte in tutto il Far East; il solo continente asiatico copre il 60% della produzione mondiale.

martedì 8 novembre 2011

Cresce il mercato del retail online in Cina

Negli ultimi anni, grazie all’ampia espansione della popolazione di utenti Internet, il canale di vendita retail online ha assunto in Cina una rilevanza sempre maggiore.

Nel 2010, il valore totale delle transazioni al dettaglio online in Cina ha rappresentato circa il 3% delle vendite retail del paese e ha raggiunto un ammontare complessivo di circa 51 miliardi di euro, segnando una crescita di oltre il 75% rispetto al 2009.
L’incremento del mercato del retail online si deve alla massiccia espansione della popolazione di utenti Internet che ha caratterizzato la Cina negli ultimi anni: nel 2005 se ne contavano circa 111 milioni, a fine 2010 erano 485 (circa il 36,2% della popolazione del Dragone).
Nonostante sussistano ancora restrizioni all’accesso relativamente a numerosissimi siti web stranieri, il governo locale sta investendo molto nello sviluppo del settore dell’information technology ed è quindi molto probabile che la comunità di utenti Internet incrementi ulteriormente nei prossimi anni.
Il fenomeno del retail online riguarda, in primo luogo, i giovani: la fascia di età inferiore ai 30 anni  rappresenta circa il 70% del totale degli utenti. Gli articoli maggiormente acquistati mediante la rete, relativamente al 2010, sono soprattutto capi di abbigliamento, calzature e accessori; tra le preferenze anche libri, brani musicali, film e video. Inoltre, si riscontra che la maggior parte dei consumatori online cinesi appartengono ad una classe sociale medio-bassa e sono, pertanto, più attenti ai prezzi e disposti a spendere del tempo nella ricerca delle migliori occasioni online.
Le uniche note dolenti sono rappresentate dall’avversione dei “potenziali utenti” inibiti dal rischio di incorrere in acquisti di articoli contraffatti e dalla reputazione delle piattaforme di e-commerce: la ricerca di presupposti di base quali affidabilità e credibilità hanno portato il mercato del retail online in Cina al monopolio da parte di operatori prettamente domestici. Tuttavia, il settore offre indubbiamente molte opportunità anche agli operatori emergenti, a patto che dispongano di modelli di business innovativi.
Il Ministero del Commercio cinese prevede che anche i dati relativi al 2011 saranno molto positivi per il settore del retail online: il valore complessivo delle transazioni dovrebbe ammontare a 85 miliardi di euro, oltre il 4,5% delle vendite al dettaglio totali.

lunedì 7 novembre 2011

Forum Italia-Cina: ceramica e tecnologia in agenda

Innovazione tecnologica e materiali ceramici sono i due temi affrontati in occasione di recenti forum tra Italia e Cina, in cui si è ribadita l’importanza della cooperazione bilaterale.

Si sono svolti nelle ultime settimane due importanti forum nell’ambito della cooperazione Italia-Cina, in continuo rafforzamento in diversi ambiti.
Tra questi, il forum sui materiali ceramici, il primo mai realizzato tra i due Paesi, è stato realizzato grazie allo Shanghai Ceramics Insitute della China Academy of Science in collaborazione con l’Ufficio Scientifico e Tecnologico dell’Ambasciata Italiana. Si tratta di un evento volto all’individuazione di attività di ricerca, in ambito istituzionale, in un campo dalla tradizione molto forte in entrambe le realtà. Il progetto assume una rilevanza maggiore alla luce del fatto che l’industria della ceramica italiana sta puntando molto sui Paesi emergenti per risollevare il Made in Italy in seguito alla crisi. E’ importante ricordare, però, che la Cina è stata spesso accusata in questo settore di esportazioni illegali e di dumping, per le quali l’Unione Europea si è più volte pronunciata.
L’altro forum, aperto a Nanchino e concluso a Shanghai, è già al suo secondo appuntamento e riguarda l’innovazione tecnologica. L’evento ha di fatto rafforzato la cooperazione che si era già stabilita in occasione del primo incontro, puntando alla collaborazione attraverso progetti di ricerca scientifica e programmi di ricerca globale. In questo anni sono stati fatti molti passi in avanti tra i due Paesi creando tre Centri di Cooperazione in Italia (trasferimento tecnologico, design e de-governement), programmi di innovazione, di cooperazione industriale e ricerca scientifica.
Entrambi i forum rappresentano la volontà del nostro Sistema-Paese di voler affrontare la potenza cinese attraverso partnership strutturate in quelli che sono i settori chiave di entrambe le economie.

venerdì 4 novembre 2011

Preoccupazione per il manifatturiero cinese

Gli indici relativi al settore manifatturiero cinese per il mese di ottobre non registrano segnali positivi, offrendo un quadro economico indebolito e a rischio.

Nel mese di ottobre gli indici relativi al manifatturiero cinese fanno intravedere un rallentamento dell’economia cinese, in linea con i dati registrati anche nel terzo trimestre 2011.
Il Purchasing Managers Index della China Federation of Logistic and Purchasing è sceso dal 51,2 di settembre al 50,4, poco sopra la soglia del 50, che separa la fase di contrazione da quella di espansione. Anche il Pmi della Hong Kong Shanghai Bank, pur registrando un trend positivo, non dipinge un quadro ottimista: per ottobre, l’indicatore Hsbc è cresciuto dal 49,9 al 51.
Nonostante il Pmi sia considerato un indice poco affidabile per molti analisti, in quanto basato sulla produzione industriale, la domanda domestica, le scorte, l’occupazione, gli ordini e il commercio estero, è comunque evidente che questi dati delineino un’economia cinese in un equilibrio precario, minacciata dalla politica monetaria restrittiva, dalla crisi dell’immobiliare, dalla contrazione della domanda mondiale che pesa sull’export cinese.

giovedì 3 novembre 2011

L’industria automobilistica cinese arriva a Torino

Cresce l’interesse delle case automobilistiche cinesi per il tessuto produttivo piemontese: dopo Jac e Chang’an arriva a Torino la Baic per avviare progetti di collaborazione con le aziende italiane di alto livello.
 
 
L’auto cinese continua la sua crescita inesorabile, evidente anche con le acquisizioni effettuate da alcuni gruppi del settore cinese di marchi occidentali. Recentemente, infatti, la Youngman e Pang Da hanno acquistato la Saab, appartenente alla Swedish Automobile (ex Spyker). Si tratta di uno dei segnali di rafforzamento dell’automotive in un Paese dove le vetture sono sempre più numerose: nel 2010 le vendite di auto sul mercato cinese sono infatti aumentate del 32%.
Per quanto riguarda l’Italia, il Dragone è molto interessato all’area produttiva di Torino, attratti dal know how di alto livello sia nel design che nella progettazione. Nel corso di questi anni le più grandi industrie automobilistiche cinesi hanno avviato rapporti con la città italiana, puntando ora a trasformarli in una relazione più stabile. Cinque anni fa la cinese Jac fondò un centro ricerche presso il politecnico torinese, seguita poi da Chang’an, già partner di Ford e Suzuki.
In questi giorni, invece, è arrivata la Baic, azienda da un milione e mezzo di vendite annuali e collaborazioni con Hyundai e Daimler, che recentemente ha avviato un proprio marchio. A Torino la Baic ha inaugurato una base, ospite del Centro estero per l’internazionalizzazione nell’ambito del progetto “From a Concept to car”, nell’ambito del quale per un anno un gruppo di ingegneri cinesi valuterà in loco le opportunità di collaborazione con aziende piemontesi per l’eventuale creazione di un centro tecnologico. Infine, a metà novembre arriverà anche la Sokon, azienda produttrice di veicoli commerciali interessata ad espandersi nel comparto delle auto.

mercoledì 2 novembre 2011

Si potenziano i rapporti sino-italiani nel turismo

Diversi accordi e iniziative avviate quest’anno sono volte a facilitare i flussi turistici tra Italia e Cina, confermando le potenzialità del settore per entrambi i Paesi.

Il turismo è uno dei settori che negli ultimi anni offre ottime opportunità per i rapporti di business tra Cina e Italia; il nostro Paese rappresenta una grande attrattiva per i turisti cinesi, grazie ai suoi prodotti, allo stile di vita, al cibo, ai paesaggi e alla cultura. I flussi di visitatori dal Dragone è in costante crescita, ma è vero anche il contrario: sempre più italiani, per affari o per piacere si recano nella Repubblica Popolare. Alla luce di ciò, numerosi sono gli accordi e le iniziative volte a potenziare questo settore.
Lo scorso 17 ottobre, si è svolta la Quarta Riunione della Commissione parlamentare di collaborazione Italia-Cina, costituita con l’Accordo di collaborazione parlamentare del 2001. In occasione di questi incontri si discute dei temi di maggior interesse comune e nei lavori di quest’anno, oltre ai rapporti commerciali ed economici, sono stati presentati il progetto Marco Polo e le prospettive negli scambi studenteschi e interscambi culturali.
In agosto, inoltre, è partita la tournee italiana di Enit “Italy comes to you”, alla quale è stata legata una manifestazione volta a promuovere l’Italia nella provincia di Zhejiang. L’iniziativa consiste nel dedicare un intero mese al nostro Paese presso il governo locale, organizzando presso l’albergo 5 stelle extra lusso Dragone Hotel di Hangzhou una serie di mostre, sfilate, conferenze e incontri di cucina.
Infine, arriva dall’Unione Europea un sostegno burocratico decisamente incentivante: lo scorso 24 ottobre, infatti, il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, e il ministro cinese del turismo Shao Qiwei hanno firmato un accordo Ue-Cina per facilitare la cooperazione sui visti a scopo turistico. L’intesa prevede la creazione di centri Ue ad hoc nei Bric e l’incentivo della traduzione dei moduli per ottenere il visto Schengen.