L’economia cinese risente della crisi occidentale, a causa della quale si riducono le esportazioni del Dragone mentre aumentano le importazioni.
La crisi che sta ancora assediando l’Europa si ripercuote anche in una delle economie più in crescita di questi anni, ovvero la Cina. Nella Repubblica Popolare, infatti, la debolezza del Vecchio Continente ha provocato un significativo calo delle esportazioni, dal momento che nel 2010 le merci europee hanno rappresentato circa un terzo della produzione cinese. Secondo i dati del Ministero del Commercio di pechino, nel mese di ottobre le esportazioni cinesi hanno toccato il loro livello più basso dal 2009, crescendo del 15,9%. Di pari passo, invece, aumentano le importazioni, in particolare dai tre principali partner commerciali del Dragone: USA con + 20,5%, Australia con + 36,7% e Unione Europea con +28,2%.
In conseguenza di questo trend si sta riducendo il surplus commerciale della Cina che nel mese scorso si è attestato a 17 miliardi di dollari, contro i 24,9 miliardi attesi. Secondo le previsioni, entro la fine del 2011 il surplus arriverà a 150 miliardi di dollari, con una diminuzione pari a 30 miliardi. Tale fenomeno va anche legato alle misure del governo centrale attuate per ristabilire l’equilibrio commerciale, aumentando proprio la voce dell’import.
Resistono alla crisi gli IDE in Cina, che nel periodo gennaio-ottobre 2001 hanno attirato flussi pari a 95 miliardi di dollari, con una crescita del 15,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I settori dove si registra maggior incremento sono i servizi, con un aumento del 20,7%, e il manifatturiero cinese, con +11,7%.
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