Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative alla Cina

venerdì 28 maggio 2010

Non si placa l’ondata di morti alla Foxconn, nonostante la clausola antisuicidi

Durante la settimana l’azienda cinese Foxconn, impresa di componentistica che lavora per aziende elettroniche internazionali, è stata il teatro dell’ennesimo suicidio di un suo dipendente. Si tratta di un giovane di 23 anni e per la Foxconn è il decimo suicidio dall’inizio dell’anno nell’impianto industriale di Shenzhen, in cui lavorano circa 300 mila persone.
L’episodio è avvenuto dopo che il presidente dell’azienda, il taiwanese Terry Gou, aveva aperto le porte della fabbrica ai media, annunciando che avrebbe introdotto una clausola antisuicidi nei contratti di lavoro. La clausola prevede che i dipendenti debbano promettere di non farsi del male e di consultare uno psichiatra se dovessero soffrire di qualche disturbo mentale. Il manager ha inoltre affermato che non saranno ammessi risarcimenti alle famiglie del lavoratore suicida, negando quindi alcuna responsabilità dell’azienda. Tra le iniziative che verranno intraprese per contrastare questa ondata di suicidi, ci sarà l’assunzione di un centinaio di monaci buddisti che aiuteranno spiritualmente i dipendenti e la creazione di un servizio interno di assistenza psichiatrica.
Il problema, però, sarà difficilmente risolto con queste misure, anche perché gli episodi di suicidio sono legati a disagi molto profondi, tra cui il distacco culturale di numerosi giovani che abbandonano il proprio villaggio per un lavoro fisso oltre a casi di violenza da parte dei datori di lavoro, sospetti che ricadono anche sulla Foxconn.
I danni di questo fenomeno ricadono anche sull’immagine dei committenti internazionali dell’azienda cinese, tra cui figurano Sony, Samsung, Dell, Nokia, Apple e molti altri. Apple e Hewlett Packard hanno, infatti, avviato separatamente due inchieste sulle condizioni di lavoro dei dipendenti della fabbrica di Shenzhen.

giovedì 27 maggio 2010

Investimenti in Africa per la compagnia siderurgica cinese Wuhan Steel

La terza impresa siderurgica della Cina Wuhan Iron and Steel Group ha recentemente ottenuto da parte della Commissione Nazionale per Sviluppo e Riforma l’approvazione per due operazioni di acquisizione in Africa, che forniranno due miliardi di tonnellate di materiale. Il progetto prevede l’acquisizione del deposito di ferro Soalala, in Madagascar e la partecipazione ad un progetto per minerali di ferro in Liberia. Il progetto riguarda un’area di oltre 430 kmq che contiene più di 800 milioni di tonnellate di riserve disponibili per lo sfruttamento.
Wuhan Steel ha inoltre firmato il 12 marzo scorso un accordo per pagare al Fondo per lo Sviluppo Cina-Africa 68,46 milioni di dollari per una partecipazione del 60% nella China Union Investment Co, che possiede un deposito di ferro in Liberia. Si tratta del più grande investimento in Liberia, con un deposito di circa 1,31 miliardi di tonnellate di riserve di ferro collegata ai porti tramite una rete ferroviaria di 80 km. Secondo la Wuhan Steel, entro cinque anni saranno in grado di essere indipendenti per la fornitura di ferro. Nel frattempo la compagnia ha ricevuto l’approvazione anche dal governo australiano per un investimento nel paese di 249 milioni di dollari.
Secondo gli esperti, l’Africa è un continente ricco di risorse minerarie ma il trasporto del ferro richiede infrastrutture moderne a causa delle grandi quantità trasportate; servono quindi grandi investimenti per costruire ferrovie e porti. Tuttavia questi ostacoli non devono fermare gli investimenti cinesi, in quanto il paese asiatico necessita di diversificare la fornitura di ferro per rompere il monopolio dei tre giganti globali del settore: Rio Tinto, BHP Billiton e Vale.

mercoledì 26 maggio 2010

L’industria del turismo cinese è in fase di crescita, si prevedono nuovi sostegni al settore

Il 25 maggio scorso è stato inaugurato a Pechino il decimo summit mondiale di viaggi e turismo a cui hanno partecipato enti turistici, agenzie statunitensi, sudafricane ed europee, esperti e studiosi per studiare lo sviluppo turistico mondiale.
In occasione dell’assemblea il Direttore dell’Amministrazione nazionale cinese del Turismo Shao Quiwei ha dichiarato che, dopo la crisi economica mondiale, il turismo cinese è entrato in una nuova fase di crescita completa. Secondo i dati riportati, nel primo trimestre del 2010, infatti, il numero di turisti in Cina ha raggiunto la quota di 610 milioni, con un aumento del 8% rispetto al 2009. Da gennaio ad aprile i turisti che si sono fermati almeno una notte nel paese asiatico sono stati 17 milioni e 810 mila (+7,99% rispetto all’anno precedente), mentre i turisti cinesi all’estero sono stati 18 milioni e 11 mila (+14%). Ad intervenire durante l’incontro è stato anche il Consigliere di Stato cinese Liu Yandong, il quale ha affermato che la Cina intende aumentare l’apertura verso l’estero del turismo. La Repubblica Popolare Cinese lavorerà nei prossimi mesi per promuovere l’ingresso e l’uscita dal paese, aumentare le destinazioni per i turisti cinese, cooperando con le agenzie straniere, e sostenere le imprese turistiche cinesi all’estero. Si prevedono anche sostegni per gli scambi turistici internazionali, lo sviluppo dei prodotti turistici, la promozione del mercato e la formazione del personale.

martedì 25 maggio 2010

Le industrie nucleari cinesi pianificano grandi espansioni entro il 2012

La compagnia cinese “State Nuclear Power Technology Corp.” ha annunciato di voler vendere le proprie azioni nel secondo quadrimestre del 2012, aumentando così il capitale da 600 milioni di dollari a 1,46 miliardi di dollari. Il progetto prevede una graduale strutturazione dell’impresa per poter entrare nel settore finanziario, processo che avverrà tra il 2011 e la fine del 2012. La "State Power Technology" è la compagnia responsabile dell’introduzione e sviluppo in Cina della tecnologia nucleare di terza generazione grazie alla collaborazione con la francese “Areva” e la statunitense “Westinghouse”. Al momento si sta occupando della costruzione di 4 nuovi impianti nucleari di nuova generazione: 2 nella provincia di Zhejang (Sanmen) e 2 nella provincia di Shandong (Haiyan).
La strategia di espansione tramite un listing plan è intrapresa anche da altre compagnie locali; la “China Guandong Nuclear Power Group” sta infatti pianificando il coinvolgimento di investitori stranieri per avviare una IPO entro il 2012. La Cina, quindi, continua a investire nell’energia nucleare, la cui industria ha conosciuto un notevole sviluppo negli ultimi anni. Il paese, infatti, prevede di aumentare la propria capacità nucleare da 70 gW a 80 gW entro il 2020.

lunedì 24 maggio 2010

Nel primo quadrimestre 2010 sono cresciuti gli investimenti non finanziari della Cina verso l’estero

Secondo il Ministro del Commercio cinese, nel primo quadrimestre del 2010 l’ammontare degli investimenti non finanziari cinesi verso l’estero è stato di 9 miliardi di euro (di cui 3 miliardi solo nel mese di aprile, registrando così un aumento del 35,7% rispetto a marzo). Il volume totale di affari con l’estero da gennaio ad aprile è stato di 17 miliardi di euro, con una crescita del 28,7% rispetto allo stesso periodo del 2009. I nuovi contratti firmati con l’estero nei primi quattro mesi sono stati pari a 29 miliardi di euro (-17,8% rispetto al 2009), mentre gli accordi di cooperazione sono stati pari a 2 miliardi di euro (+4,5%).
Il totale del personale impiegato nei vari settori è stato di 119.700 persone (12.000 persone in più rispetto al 2009) e 796.000 sono state impiegate all’estero.

venerdì 21 maggio 2010

Le opportunità del distretto di Pudong, Shanghai

Nella zona est di Shanghai si trova un’area di 1210 Kmq che rappresenta in qualche modo la crescita economica della città: è il moderno distretto di Pudong, sorto nel 1990 in seno al processo di apertura e sviluppo della Cina, e che nel 2009 ha registrato un PIL pari a 400 miliardi di yuan. Pudong nasce all’interno dell’area finanziaria e commerciale della città, Lujiazui, zona di interesse nazionale ed internazionale, e si è sviluppato in settori particolarmente innovativi per la gestione della città e l’applicazione di nuovi metodi di sviluppo economico. Recentemente si sta puntando sul settore amministrativo, tra cui risulta importante il raggiungimento di efficienza e alta qualità per attirare aziende e talenti nella zona. Il distretto concentra inoltre molte risorse nel campo scientifico e tecnologico, con particolare attenzione all’high-tech e ai servizi. Notevole in questo senso è il parco hi-tech di Zhangijan, creato nel 1992, in cui vengono sperimentate le tecnologie più recenti e in cui trovano posto le multinazionali che operano nei settori dei circuiti integrati, biofarmaceutici e servizi informatici.
Tuttavia, ciò su cui non si è ancora investito molto è lo sviluppo sociale: nel prossimo futuro saranno necessarie riforme e progetti per migliorare la qualità della vita della popolazione, dando spazio all’evoluzione ecologica e all’energia sostenibile.

giovedì 20 maggio 2010

Segnali di instabilità nell’economia cinese: rimandata la rivalutazione dello yuan e inflazione in crescita

La situazione di crisi che sta vivendo l’Europa contagia anche la Cina, la quale è preoccupata per l’instabilità dei cambi e per le eventuali ripercussioni sull’export cinese nel Vecchio Continente. La Banca Centrale cinese continua a comprare euro per diversificare il proprio portafoglio di valute di riserva, ma ha rimandato la tanto attesa rivalutazione dello yuan.
Segnali negativi anche sul fronte dell’inflazione: dopo aver toccato il 2,8% in aprile, la Commissione nazionale per lo Sviluppo e la Riforma stima che anche in maggio ed in giugno il tasso di inflazione aumenterà, raggiungendo il 3%. Si tratta dell’aumento più alto negli ultimi 18 mesi e ciò porterà molto probabilmente ad un ritocco dei tassi in giugno da parte della Banca Centrale.
Nel frattempo anche i principali indici registrano segnali di debolezza; infatti, lo Shanghai Composite Index è calato nei giorni scorsi del 5%, la depressione più elevata da agosto 2009. Ciò allarma gli economisti, che già in precedenza avevano previsto eventuali rischi del mercato a causa della crescita economica eccessivamente rapida.

mercoledì 19 maggio 2010

Accordi tra Cina e Stati Uniti nell’energia rinnovabile

A partire da lunedì si svolgeranno una serie di incontri a Pechino tra i rappresentanti della autorità cinesi e una commissione statunitense composta da: Gary Locke, Segretario del commercio, Hilary Clinton, Segretario di Stato, Timothy Geithner, Segretario del Tesoro, e Ron Kirk, Rappresentante per gli scambi commerciali. La visita rientra in quello che è conosciuto come l’annuale dialogo strategico tra i due paesi per discutere di politiche commerciali e valutarie e avrà come obiettivo l’incremento delle esportazioni americane in Asia, al fine di promuovere il lavoro negli Stati Uniti e introdurre nuovi prodotti e servizi alle comunità locali. A Hong Kong, ad esempio, gli USA ed il governo locale hanno già firmato un accordo per promuovere i vini americani.
In occasione degli incontri si valuteranno le opportunità per le tecnologie statunitensi riguardanti l’energia pulita, l’efficienza energetica, l’energia elettrica, la trasmissione e la distribuzione in Asia, oltre ad iniziare una cooperazione nella ricerca. La compagnia di Pechino Sinovel, nel frattempo, ha realizzato la turbina eolica più grande al mondo. Le potenzialità cinesi per l’energia rinnovabile, infatti, sono enormi: il governo e i privati nel 2009 hanno stanziato 34,6 miliardi di dollari nel settore. Il potenziamento di energia eolica, solare e affini sta rendendo la Cina sempre più competitiva e indipendente dall’Europa.

martedì 18 maggio 2010

I nuovi accordi della Cina con Nigeria e Brasile per il rifornimento di petrolio

Nonostante la Cina sia il primo investitore al mondo di energia rinnovabile, rimane un paese fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio e gas. Tra i recenti accordi internazionali vi è un patto da 23 miliardi di dollari siglato con la Nigeria, paese tra i leader per la produzione e la raffinazione di petrolio, per la costruzione di tre raffinerie sul suolo africano che riforniranno la Cina.
Nell’aprile del 2009, invece, la Repubblica Popolare Cinese è diventata il più grande partner commerciale del Brasile. I due paesi hanno firmato, infatti, una serie di accordi in campo energetico. Il legame era già iniziato nel 2007 e 2008 quando, dopo che il Brasile scoprì un enorme giacimento di petrolio nella costa sud-orientale, la Cina si propose come finanziatore per l’estrazione del greggio. Tra le altre negoziazioni, la China Development Bank si impegnò nel prestito di 10 miliardi di dollari alla Petrobas, impresa petrolifera statale brasiliana, per l’esplorazione dell’area, e il gigante cinese Sinopec si accordò con la compagnia brasiliana per l’importazione dal paese sudamericano di 150.000-200.000 barili di petrolio al giorno. La Petrochina inoltre firmò un memorandum con Petrobas per l’importazione di 40.000 e 60.000 barili al giorno. Nell’aprile di quest’anno la Sinopec ha contribuito alla costruzione di un gasdotto in Brasile con un investimento pari a 1,3 miliardi di dollari, il più grande progetto cinese oltreoceano.
Nel prossimo futuro la Cina potrebbe inoltre importare quantità di etanolo dal Brasile, dal momento che la produzione locale è insufficiente e non eco-sostenibile. Per sopperire a questa necessità la Petrochina ha firmato un accordo di partenariato di sei mesi con Petrobas Biocombustivel e sta lavorando su altri progetti per l’importazione in Cina di etanolo.

lunedì 17 maggio 2010

Sfida tecnologica per la supremazia militare tra Cina e USA

Gli Stati Uniti guardano con una certa preoccupazione gli sviluppi tecnologici in campo militare della Cina. Il paese asiatico, infatti, starebbe minacciando la supremazia delle portaerei americane con la costruzione di un missile balistico anti-nave di ultima generazione: molto veloce e quindi difficilmente rintracciabile, che sarebbe destinato proprio alle portaerei statunitensi secondo quanto dichiarato dal comandante della Flotta del Pacifico, Robert Willard. La Cina inoltre si sta avvicinando sempre più all’eventuale area di confronto militare tra le due potenze in caso di conflitto per il controllo di Taiwan; la Repubblica Popolare Cinese usa, infatti, le basi in Birmania e nell’isola di Hainan, spingendosi fino all’Oceano Indiano.
I conflitti tra Cina e Stati Uniti si sono particolarmente inaspriti tra il 2002 ed il 2008 proprio per le questioni del Tibet e di Taiwan, oltre alle recenti discussioni sulla libertà di internet e la valuta cinese. Nonostante ciò la situazione potrebbe migliorare: giovedì scorso i due paesi hanno ripreso il dialogo politico sui diritti umani e le questioni qui citate, segno di una volontà di un confronto pacifico.

venerdì 14 maggio 2010

In aprile l’inflazione cinese è salita oltre le previsioni

Secondo l’ufficio di statistica cinese, l’inflazione del paese è fortemente accelerata nel mese di aprile: i prezzi al consumo sono aumentati del 2,8% rispetto al 2009 e il costo degli immobili è cresciuto del 12,8%. Si tratta dell’innalzamento più elevato dal 2005, anno di inizio delle rilevazioni.
Salgono, inoltre, le richieste di prestiti: la Banca Centrale ha registrato 774 miliardi di yuan (113 miliardi di dollari) di nuovi prestiti, contro ogni previsione degli economisti. Con questi dati, le autorità cinesi sono sempre più sotto pressione per cercare di evitare gli eccessi nei prezzi tramite l’innalzamento dei tassi di interesse e un nuovo apprezzamento della valuta.

giovedì 13 maggio 2010

In aumento la produzione industriale cinese

Si conferma l’aumento costante della produzione industriale cinese. In aprile il valore aggiunto delle imprese industriali statali e non statali con un fatturato superiore ai 5 milioni di yuan ha avuto una crescita del 17,8% rispetto al 2009.
L’industria pesante, in particolare, è cresciuta del 19,4%, pur con un lieve calo in marzo. In questa industria si registra una forte accelerazione del settore ad alto consumo energetico. Ciò potrebbe rappresentare un problema sul fronte dell’inquinamento mondiale e quindi un contrasto con i piani di riduzione del consumo energetico e delle emissioni. La Cina è uno dei paesi più inquinanti del pianeta e l’aria di Pechino è la più inquinata al mondo, anche a causa dell’aumento di automobili circolanti.

La Cina è sempre più competitiva nel settore dei trasporti: in prima linea le ferrovie ad alta velocità

La competizione cinese nel settore dei trasporti sta diventando sempre più intensa a livello internazionale. Nel mercato automobilistico, dopo aver definitivamente sorpassato gli Stati Uniti, continuano a registrarsi aumenti delle vendite. Nel solo mese di aprile sono state vendute 1.110 auto; nei primi quattro mesi del 2010 le vendite sono salite del 23,8% rispetto all’anno scorso e sono state immatricolate 634.000 auto (+ 63,6% dal 2009). Entro la fine dell’anno si prevede di vendere circa 5 milioni di vetture.
La concorrenza sta ottenendo ottimi traguardi anche nella produzione di boeing ed airbus.
Tuttavia, il mercato che ha visto crescere enormemente il proprio potenziale è senz’altro quello ferroviario. La Cina ha, infatti, ottenuto la leadership nelle ferrovie ad alta velocità; i treni cinesi sono i più veloci al mondo, la rete ferroviaria è la più grande al mondo e i piani di espansione sono molto ambiziosi. Nei progetti futuri si intravedono esportazioni in altri paesi, come gli Stati Uniti. La compagnia Csr Sifang ha inoltre interessi in Thailandia, Singapore e Medioriente. L’anno prossimo verrà inaugurata la linea Pechino-Shanghai che impiegherà 4 ore per percorrere le 600 miglia che le separano. Un aiuto fondamentale è sicuramente fornito dal governo, il quale aveva già stanziato nel piano anti-crisi 100 miliardi di dollari per le infrastrutture a cui quest’anno aggiungerà altri 120 miliardi di dollari.

mercoledì 12 maggio 2010

Il divario tra campagna e città in Cina è al suo massimo. In arrivo una riforma fiscale

Mai come in questo momento il divario tra campagna e città in Cina è stato così elevato; secondo una recente statistica il reddito medio percepito da un cittadino è di 17.175 yuan contro i 5.153 yuan di un residente rurale. La sanità garantita nelle zone di campagna è inoltre rudimentale, nonostante sia stato recentemente introdotto un piccolo contributo annuale. Per far fronte a questa problematica sociale il Ministro delle Finanze Xie Xuren ha annunciato il mese scorso l’introduzione, entro la fine del 2010, di un’imposta sulla previdenza sociale, allo scopo di ridurre la distanza tra fascia ricca e fascia povera della popolazione. Ancora non sono stati forniti i dettagli della riforma, ma questa dovrebbe consistere sostanzialmente in una tassa uniforme per tutto il paese. Nella riforma è preventivata anche una riduzione dei costi tramite la sostituzione delle agenzie di sicurezza sociale (che sono su base locale) con uffici centrali del fisco.
Attualmente il sistema welfare prevede pensioni, assicurazione medica di base e sussidi alla disoccupazione ed è costituito da contributi dello Stato, aziende e lavoratori che versano una quota di previdenza scoiale. Il problema maggiore riguarda l’ottenimento dell’hukou, il certificato di residenza che vincola il cittadino alla provincia di origine per l’assicurazione medica e l’istruzione gratuita per i figli. Con l’aumento del fenomeno migratorio da campagna a città si è così andata a creare una fetta della popolazione urbana considerata di “serie B”. Per ottenere il certificato hukou secondo quanto stabilito dal governo è necessario lavorare 7 anni nella città pagando tutte le tasse ed imposte di previdenza sociale. Nella realtà, però, molti lavoratori provenienti dalla campagna ottengono lavoro senza alcun contratto e non pagano quindi alcuna tassa. Nonostante ciò, secondo alcuni sondaggi, molti migranti dalla campagna che ottengono lavoro nelle città mantengono uno stretto legame con il proprio villaggio di origine ed il 30% di loro pianifica di tornarci il prima possibile; solo il 7% si considera un cittadino. La questione è da attribuirsi ad alcune differenze tra le due zone a vantaggio dei residenti rurali. Nella campagna, ad esempio, la politica del figlio unico è molto più flessibile, ed è comune trovare famiglie con 2 figli. Inoltre, con l’innalzamento dei prezzi immobiliari nelle grandi città, è ormai impossibile per chi migra nelle metropoli potersi permettere un’abitazione.

lunedì 10 maggio 2010

Surplus commerciale della Cina in aprile

Dopo il deficit commerciale registrato in marzo dalla Cina, pari a 7,2 miliardi di dollari, in aprile i dati tornano ad essere positivi. Nel quarto mese del 2010 il paese ha registrato un surplus commerciale di 1,68 miliardi di dollari, anche se rappresenta un calo dell’87% rispetto al 2009. Il totale dell’export di aprile si attesta così a 119,2 miliardi di dollari (+30,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso), mentre l’import raggiunge la cifra di 118,24 miliardi di dollari (+49,7% rispetto ad aprile 2009).
Le esportazioni ed importazioni totali dei primi mesi del 2010 sono quindi pari a 855,99 miliardi di dollari, un aumento del 42,7% rispetto all’anno scorso. Si confermano così le previsioni di crescita del paese, per il quale è previsto un rafforzamento del settore commerciale per tutto il 2010.

venerdì 7 maggio 2010

Difficile e lenta innovazione per le aziende farmaceutiche cinesi

Il settore farmaceutico cinese intravede grandi prospettive nei prossimi anni, dal momento che, con la crescita economica, sono aumentate in Cina le malattie legate al benessere economico, come l’inquinamento e la sovralimentazione. Ciò significa che sempre più persone avranno bisogno di farmaci e, tenendo conto che la popolazione cinese è in continua crescita, il numero di persone aumenterà esponenzialmente. Secondo le previsioni, entro il 2015 la Cina diventerà il secondo o terzo mercato farmaceutico più grande al mondo ed il reddito del settore potrebbe raggiungere la cifra di 40 miliardi di dollari entro il 2011. Nonostante ciò l’industria farmaceutica cinese non è pronta a questo sviluppo e risulta ancora troppo radicata nella produzione di farmaci generici. Solo il 5% delle industrie farmaceutiche locali risulta innovativo e la maggior parte di queste è ancora legata alla medicina tradizionale cinese. La maggior parte dei brevetti nel campo farmaceutico è ancora detenuta dalle imprese straniere.
Il governo sta cercando di sostenere l’innovazione del settore con la nuova legge che impedisce alle aziende straniere di svolgere attività inventive in Cina. Con la recente normativa verrà istituito l’EDL (Essential Drug List), una lista di medicinali che dovranno essere sottoposti a prezzi controllati attraverso il piano sanitario e ciò sarà accompagnato probabilmente da un invito del governo ad abbassare i prezzi. Così chi vorrà sopravvivere dovrà necessariamente differenziarsi. Inoltre, nelle grandi città esistono già norme che impediscono la presenza di più marchi che vendono le stesse molecole, e che contribuiranno quindi al consolidamento di alcune imprese. Tuttavia questi sforzi da parte delle autorità potrebbero essere vani, dato che le multinazionali cinesi non hanno ancora la struttura e le qualità adeguate per innovarsi nel breve periodo.

giovedì 6 maggio 2010

Politica monetaria cinese: le misure della Banca Centrale non bastano ma si intravede la possibilità di un apprezzamento dello yuan sul dollaro

Sono numerose le critiche di analisti ed economisti in merito all’innalzamento dei requisiti di capitalizzazione da parte delle banche cinesi. La misura è stata presa dalle autorità per limitare la liquidità che possono concedere a privati ed imprese in modo da tenere sotto controllo i prezzi immobiliari ed il tasso di inflazione, tuttavia l’opinione generale è che questa politica settoriale non sarà sufficiente per contenere i prezzi.
Sebbene il Ministro delle Finanze Xie Xuren abbia confermato l’intenzione del governo di mantenere una politica espansiva, c’è chi crede che l’apprezzamento dello yuan sul dollaro avverrà entro breve. Christian Murck, capo della Camera di Commercio americana in Cina, è convinto che la rivalutazione della valuta cinese verrà fatta nella seconda metà del 2010. La sua opinione è motivata dalle numerose pressioni internazionali esercitate sulle autorità cinesi negli ultimi mesi, oltre ad un chiaro vantaggio che ciò darebbe all’economia locale; una moneta più forte aiuterebbe la Cina a ridurre le spinte inflazionistiche a cui è sottoposta, oltre a sostenere le imprese importatrici di materie prime, come gas e petrolio.

Bilancio della fiera “IMPORT AND EXPORT” di Canton: aumentano gli affari ma gli esportatori cinesi rimangono cauti

Si è conclusa mercoledì 5 maggio scorso la 107esima fiera internazionale di Canton sull’import ed export, registrando un aumento dei contratti commerciali. Il valore dei contratti siglati all’evento è salito del 12,6% rispetto alla sessione autunnale della manifestazione, arrivando a 34,3 miliardi di dollari, sebbene rappresenti comunque un calo del 10,3% rispetto al 2008. I dati di questa importante fiera sono sempre significativi per il commercio cinese, in quanto un andamento positivo degli affari commerciali sostiene la crescita economica cinese nel commercio internazionale.
Nonostante il rialzo dei contratti, rimane comunque molta incertezza tra gli esportatori cinesi: sono aumentati, infatti, fino al 53% i contratti a breve termine. Le cause di questa cautela degli operatori commerciali risiede nella generale preoccupazione sulle condizioni attuali del commercio internazionale: la ripresa instabile dell’economia globale; la crescita del protezionismo; alti cosi di produzione.
La fiera ha comunque attirato numerosi acquirenti stranieri: 203.996 compratori provenienti da 212 paesi (l’1,3% in meno rispetto alla sessione primaverile del 2007). La Cina, infatti, rimane il primo esportatore commerciale mondiale, con una crescita dell’export del 24,3% nel mese di marzo ed un valore pari a 112,11 miliardi di dollari. L’import invece si attesta a 119,35 miliardi di dollari, registrando a marzo un deficit pari a 7,24 miliardi.

martedì 4 maggio 2010

Aumentano i suicidi nelle fabbriche cinesi

Secondo il China Labour Bullettin (pubblicazione on-line per la tutela dei lavoratori) aumentano ancora i suicidi nelle fabbriche della Cina. Le cause principali di questo fenomeno sono da attribuirsi alle difficili situazioni nell’ambiente di lavoro. Numerosissime sono le denunce riguardanti dirigenti poco tolleranti che impongono un rigore ed una disciplina eccessivamente severi; in molti casi le pressioni sono elevate, gli orari estenuanti e si registrano anche episodi di violenze fisiche e psicologiche subite dai dipendenti. In molte fabbriche cinesi le condizioni di vita sono disumane: spesso i dipendenti vivono in dieci in una stanza adattata presso lo stabile, lontani dalle famiglie e senza alcun sostegno. In alcune occasioni i problemi psicologici derivanti da situazioni critiche come queste possono proprio portare al suicidio.
Il problema, però, coinvolge anche le aziende straniere: in Cina una joint-venture straniera ogni tre ha permesso ai lavoratori di creare sindacati per proteggere i loro diritti legali sul posto di lavoro, ma solo 160.000 imprese straniere su 450.000 sono registrate ai sindacati. Il tutto avviene nella maggior parte dei casi sotto lo sguardo di molti ufficiali di governi locali.
Tra le aziende sotto accusa ci sono la ditta taiwanese Foxconn a Shenzhen, produttrice di apparecchi elettronici, in cui si sono verificati già 5 i tentativi di suicidio tra marzo e aprile 2010 e negli ultimi due anni si sono registrati almeno 12 casi di morte. Analoghi sospetti ricadono sulla rivale Huawei che registra a propria volta 6 morti misteriose in 2 anni.

lunedì 3 maggio 2010

Inaugurazione dell’Expo di Shanghai: i primi numeri

Sabato primo maggio l’Expo di Shanghai dal titolo “Better City, Better Life” ha aperto al pubblico internazionale e ai 20 Capi di Stato presenti, in seguito ad una cerimonia inaugurale il 30 aprile che non ha superato in stravaganza quella per le Olimpiadi di Pechino del 2008. Sabato, primo giorno, il numero di visitatori è stato di 207.700, mentre domenica se ne sono registrati 213.600 ed oggi il numero risulta al momento dimezzato. Nei primi giorni la folla di persone desiderose di entrare ha dovuto attendere anche due ore in coda per poter accedere allo spazio espositivo. Sono 8 al momento i padiglioni più visitati: Svizzera, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Corea del Sud e Spagna. All’inaugurazione del padiglione italiano erano presenti il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il commissario generale per l’Expo, Beniamino Quintieri, e l’Ambasciatore dell’Italia in Cina, Riccardo Sessa.
La Cina, come per le Olimpiadi, si è data un gran da fare per questo evento: si stima che siano stati spesi 58 miliardi di dollari contro i 42 dei giochi olimpici. Molti sono stati i lavori nella metropoli di Shanghai: la metropolitana è stata raddoppiata; è stato aggiunto un terzo terminal aeroportuale; sono stati spesi 700 milioni di dollari per il rimodellamento della promenade e di alcuni grattacieli. Anche in fatto di sicurezza non si è lasciato nulla al caso: le autorità hanno effettuato 6.000 arresti per crimini vari; i dissidenti sono tenuti sotto stretto controllo ed i confini con Kirghizistan e il Kazakistan sono stati chiusi fino a martedì. Per la Cina, infatti, si tratta di una grande opportunità per dimostrare al mondo le sue potenzialità e la sua grandezza; non a caso il presidente cinese Hu Jintao qualche giorno fa ha definito la manifestazione “orgoglio di tutti i cinesi”.

Innalzata la soglia dei depositi per le banche cinesi

Per la terza volta dall’inizio del 2010 la Cina ha deciso di aumentare la quota dei depositi che le banche commerciali sono obbligate a mettere in riserva. L’aumento sarà di 50 punti base e sarà effettivo a partire dal prossimo 10 maggio.
Il vice Ministro cinese delle Finanze, Li Yong, ha dichiarato che la misura presa serve per contrastare il rischio di inflazione e di bolle speculative e per controllare la liquidità. Ha inoltre aggiunto che resta ferma la volontà del governo di mantenere stabile la moneta.
Mentre oggi la borsa di Shanghai e di Tokyo restano chiuse, le altre piazze asiatiche hanno reagito con ribassi alla stretta cinese sul credito.