Mai come in questo momento il divario tra campagna e città in Cina è stato così elevato; secondo una recente statistica il reddito medio percepito da un cittadino è di 17.175 yuan contro i 5.153 yuan di un residente rurale. La sanità garantita nelle zone di campagna è inoltre rudimentale, nonostante sia stato recentemente introdotto un piccolo contributo annuale. Per far fronte a questa problematica sociale il Ministro delle Finanze Xie Xuren ha annunciato il mese scorso l’introduzione, entro la fine del 2010, di un’imposta sulla previdenza sociale, allo scopo di ridurre la distanza tra fascia ricca e fascia povera della popolazione. Ancora non sono stati forniti i dettagli della riforma, ma questa dovrebbe consistere sostanzialmente in una tassa uniforme per tutto il paese. Nella riforma è preventivata anche una riduzione dei costi tramite la sostituzione delle agenzie di sicurezza sociale (che sono su base locale) con uffici centrali del fisco.
Attualmente il sistema welfare prevede pensioni, assicurazione medica di base e sussidi alla disoccupazione ed è costituito da contributi dello Stato, aziende e lavoratori che versano una quota di previdenza scoiale. Il problema maggiore riguarda l’ottenimento dell’hukou, il certificato di residenza che vincola il cittadino alla provincia di origine per l’assicurazione medica e l’istruzione gratuita per i figli. Con l’aumento del fenomeno migratorio da campagna a città si è così andata a creare una fetta della popolazione urbana considerata di “serie B”. Per ottenere il certificato hukou secondo quanto stabilito dal governo è necessario lavorare 7 anni nella città pagando tutte le tasse ed imposte di previdenza sociale. Nella realtà, però, molti lavoratori provenienti dalla campagna ottengono lavoro senza alcun contratto e non pagano quindi alcuna tassa. Nonostante ciò, secondo alcuni sondaggi, molti migranti dalla campagna che ottengono lavoro nelle città mantengono uno stretto legame con il proprio villaggio di origine ed il 30% di loro pianifica di tornarci il prima possibile; solo il 7% si considera un cittadino. La questione è da attribuirsi ad alcune differenze tra le due zone a vantaggio dei residenti rurali. Nella campagna, ad esempio, la politica del figlio unico è molto più flessibile, ed è comune trovare famiglie con 2 figli. Inoltre, con l’innalzamento dei prezzi immobiliari nelle grandi città, è ormai impossibile per chi migra nelle metropoli potersi permettere un’abitazione.
Attualmente il sistema welfare prevede pensioni, assicurazione medica di base e sussidi alla disoccupazione ed è costituito da contributi dello Stato, aziende e lavoratori che versano una quota di previdenza scoiale. Il problema maggiore riguarda l’ottenimento dell’hukou, il certificato di residenza che vincola il cittadino alla provincia di origine per l’assicurazione medica e l’istruzione gratuita per i figli. Con l’aumento del fenomeno migratorio da campagna a città si è così andata a creare una fetta della popolazione urbana considerata di “serie B”. Per ottenere il certificato hukou secondo quanto stabilito dal governo è necessario lavorare 7 anni nella città pagando tutte le tasse ed imposte di previdenza sociale. Nella realtà, però, molti lavoratori provenienti dalla campagna ottengono lavoro senza alcun contratto e non pagano quindi alcuna tassa. Nonostante ciò, secondo alcuni sondaggi, molti migranti dalla campagna che ottengono lavoro nelle città mantengono uno stretto legame con il proprio villaggio di origine ed il 30% di loro pianifica di tornarci il prima possibile; solo il 7% si considera un cittadino. La questione è da attribuirsi ad alcune differenze tra le due zone a vantaggio dei residenti rurali. Nella campagna, ad esempio, la politica del figlio unico è molto più flessibile, ed è comune trovare famiglie con 2 figli. Inoltre, con l’innalzamento dei prezzi immobiliari nelle grandi città, è ormai impossibile per chi migra nelle metropoli potersi permettere un’abitazione.
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