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venerdì 7 maggio 2010

Difficile e lenta innovazione per le aziende farmaceutiche cinesi

Il settore farmaceutico cinese intravede grandi prospettive nei prossimi anni, dal momento che, con la crescita economica, sono aumentate in Cina le malattie legate al benessere economico, come l’inquinamento e la sovralimentazione. Ciò significa che sempre più persone avranno bisogno di farmaci e, tenendo conto che la popolazione cinese è in continua crescita, il numero di persone aumenterà esponenzialmente. Secondo le previsioni, entro il 2015 la Cina diventerà il secondo o terzo mercato farmaceutico più grande al mondo ed il reddito del settore potrebbe raggiungere la cifra di 40 miliardi di dollari entro il 2011. Nonostante ciò l’industria farmaceutica cinese non è pronta a questo sviluppo e risulta ancora troppo radicata nella produzione di farmaci generici. Solo il 5% delle industrie farmaceutiche locali risulta innovativo e la maggior parte di queste è ancora legata alla medicina tradizionale cinese. La maggior parte dei brevetti nel campo farmaceutico è ancora detenuta dalle imprese straniere.
Il governo sta cercando di sostenere l’innovazione del settore con la nuova legge che impedisce alle aziende straniere di svolgere attività inventive in Cina. Con la recente normativa verrà istituito l’EDL (Essential Drug List), una lista di medicinali che dovranno essere sottoposti a prezzi controllati attraverso il piano sanitario e ciò sarà accompagnato probabilmente da un invito del governo ad abbassare i prezzi. Così chi vorrà sopravvivere dovrà necessariamente differenziarsi. Inoltre, nelle grandi città esistono già norme che impediscono la presenza di più marchi che vendono le stesse molecole, e che contribuiranno quindi al consolidamento di alcune imprese. Tuttavia questi sforzi da parte delle autorità potrebbero essere vani, dato che le multinazionali cinesi non hanno ancora la struttura e le qualità adeguate per innovarsi nel breve periodo.

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