L’Italia piace ai cinesi per i suoi professionisti e il know-how di qualità: Huawei ha inaugurato un nuovo laboratorio nel milanese, dove lavoreranno centinaia di “cervelli” italiani.
In molti settori dell’industria le aziende cinesi puntano sull’Italia per la ricerca di collaborazioni scientifiche. Le multinazionali del Dragone, infatti, riconoscono le alte competenze di ingegneri, ricercatori e professionisti italiani e il forte know-how presente in alcune zone strategiche del Belpaese.
Giovedì scorso la conferma di questo fenomeno è arrivata dalla Huawei, importante realtà cinese per la produzione e commercializzazione di apparecchiature per le telecomunicazioni e leader nella ricerca e sviluppo. L’azienda ha spostato il centro di ricerca strategico sulle tecnologie microwave da Shenzhen a Milano e, grazie ad un investimento di 100 milioni di euro da qui al 2015, ne farà un hub di eccellenza globale nello sviluppo di tecnologie. La scelta della multinazionale è stata indotta dalle buone performance realizzate sin dall’arrivo in Italia: dal 2003 le sue quotazioni sulla piazza europea sono cresciute dall’1% al 16% e negli ultimi tre anni ha conseguito ottimi risultati grazie alle competenze eccellenti e al know-how locale. Tra i progetti futuri di Huawei nel nostro Paese ci sono la creazione di 100 nuovi posti di lavoro sin dal 2012 e il finanziamento di dottorati di ricerca orientati sulle necessità interne.
Altre realtà cinesi, comunque, hanno investito in Italia negli ultimi anni. Haier, colosso degli elettrodomestici, ha il centro europeo del design tra i poli di Varese e di Campodoro; la rivale Hisense ha traslocato il quartier generale da Torino a Milano e presto aprirà anche un centro ricerche. A Torino, invece, si concentrano i costruttori di automobili: Changan, Jac e, recentemente, Sokon holidng car che è interessata al territorio torinese per aprire una propria unità di ricerca e sviluppo.
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