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martedì 9 novembre 2010

Un problema di taglia…o una questione di stile?

La piccola Italia ancora una volta ci fa riflettere. Sin da bambini noi Italiani riceviamo un’educazione al gusto, al bello, all’appropriato, che ci permette di distinguerci ovunque nel mondo. L’Italia e’ l’unico paese dove l’attenzione al dettaglio e’ tale da fare della scelta del colore dei calzini un punto di partenza per la valutazione dello stato sociale di chi li indossa (bianco lavora in banca, nero solo di sera…). Questo implica una spasmodica ricerca dell’abbinamento migliore e di un’eleganza costruita per se’ da se’, che viene riflessa dalla struttura distributiva dell’industria del fashion. E’ ancora preponderante la presenza di canali di vendita indiretti e distribuzione organizzata (DO), dovuta anche alle dimensioni delle aziende che non hanno campionari tali da giustificare l’apertura di un monomarca.
In Cina la situazione e’ diametralmente opposta. Flagship stores, modalita’ shop in shop e franchising la fanno da padrone, con un netto vantaggio dell’approccio “total look” (che pone in evidenza il brand) sul “mix and match” (che mette in luce la scelta personale). Le PMI di casa nostra si trovano inequivocabilmente di fronte a un “tappo di bottiglia”; le previsioni indicano un’evoluzione dei consumi che avvicinera’ i consumatori cinesi alla passione tutta italiana per il “combinato-scombinato”, ma come evolvera’ la distribuzione? E soprattutto, ci sara’ ancora spazio per chi ha aspettato?

A cura di Marta Caccamo

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