Nonostante i dettagli del piano di sviluppo per il 2011-2015 si sapranno solo il prossimo anno, sono già state annunciate le linee guida che caratterizzeranno la crescita della Cina.
In seguito al quinto Plenum del Partito Comunista Cinese tenutosi nell’ottobre scorso, è stata presentata la pianificazione per lo sviluppo della Cina, che partirà nel 2011 e proseguirà per i successivi cinque anni. Tra gli obiettivi delle autorità cinesi ci saranno dunque: minore crescita del Pil e riduzione dell’inflazione, riduzione del divario tra i redditi, investimenti per la sicurezza e gli alloggi sociali, investimenti nelle energie rinnovabili.
A questo proposito il 22 novembre scorso, il vice ministro del commercio cinse, Jiang Yaoping, ha dichiarato che il governo attuerà una serie di politiche economiche e piani per lo sviluppo dell’industria e dell’economia verde e che in questo settore si impegnerà per offrire un ambiente imparziale che garantirà gli investimenti delle imprese straniere, alle quali verrà riservato lo stesso trattamento per le imprese locali. Lo stesso Wen Jabao ha annunciato che il Paese si impegnerà a ridurre del 4% anno su anno il consumo di energia.
A ciò si aggiunge l’intenzione di ridurre le importazioni dall’estero intensificando la domanda interna. Ruolo importante per questo obiettivo lo giocherà la valuta cinese, che dovrà apprezzarsi gradualmente. Sembra, però, che le autorità cinesi utilizzeranno l’aumento rapido della moneta assieme all’innalzamento dei tassi di interesse per rallentare l’economia.
Importante punto del piano quinquennale riguarda, inoltre, lo sviluppo scientifico. Dal 2006 al 2010 gli investimenti in questo settore sono cresciuti annualmente del 20% ma che per i prossimi 5 anni si seguirà uno sviluppo basato sul sostegno all’innovazione, l’incoraggiamento della domanda e l’elaborazione di un piano globale. La Cina mira alla creazione di programmi scientifici e tecnologici specializzati in campo informatico, agricolo, logistico, energetico e all’implementazione delle nuove industrie, ammodernando quelle tradizionali.
In seguito al quinto Plenum del Partito Comunista Cinese tenutosi nell’ottobre scorso, è stata presentata la pianificazione per lo sviluppo della Cina, che partirà nel 2011 e proseguirà per i successivi cinque anni. Tra gli obiettivi delle autorità cinesi ci saranno dunque: minore crescita del Pil e riduzione dell’inflazione, riduzione del divario tra i redditi, investimenti per la sicurezza e gli alloggi sociali, investimenti nelle energie rinnovabili.
A questo proposito il 22 novembre scorso, il vice ministro del commercio cinse, Jiang Yaoping, ha dichiarato che il governo attuerà una serie di politiche economiche e piani per lo sviluppo dell’industria e dell’economia verde e che in questo settore si impegnerà per offrire un ambiente imparziale che garantirà gli investimenti delle imprese straniere, alle quali verrà riservato lo stesso trattamento per le imprese locali. Lo stesso Wen Jabao ha annunciato che il Paese si impegnerà a ridurre del 4% anno su anno il consumo di energia.
A ciò si aggiunge l’intenzione di ridurre le importazioni dall’estero intensificando la domanda interna. Ruolo importante per questo obiettivo lo giocherà la valuta cinese, che dovrà apprezzarsi gradualmente. Sembra, però, che le autorità cinesi utilizzeranno l’aumento rapido della moneta assieme all’innalzamento dei tassi di interesse per rallentare l’economia.
Importante punto del piano quinquennale riguarda, inoltre, lo sviluppo scientifico. Dal 2006 al 2010 gli investimenti in questo settore sono cresciuti annualmente del 20% ma che per i prossimi 5 anni si seguirà uno sviluppo basato sul sostegno all’innovazione, l’incoraggiamento della domanda e l’elaborazione di un piano globale. La Cina mira alla creazione di programmi scientifici e tecnologici specializzati in campo informatico, agricolo, logistico, energetico e all’implementazione delle nuove industrie, ammodernando quelle tradizionali.
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