Le imprese italiane ed europee iniziano a risentire della dipendenza dall’Asia e vedono crescere ed oscillare i prezzi delle principali materie prime. Il mercato del cotone negli ultimi 12 mesi soffre prezzi alti e speculazioni e anche in Cina si avverte la crisi del settore.
I prezzi del cotone sono passati nell’ultimo anno da 60 centesimi di dollaro a libbra ad oltre 140 centesimi, con conseguenze negative sull’intero settore tessile italiano. I prezzi, infatti, hanno stabilito ogni record anche in Cina, grande esportatore mondiale della fibra. Le cause sono da ricercarsi nell’aumento della domanda interna al Paese asiatico e al contemporaneo calo della produzione, pari al 5%. Proprio a causa dello scarso raccolto il governo Usa prevede che la Cina sarà dovrà importare 13 milioni di balle di cotone nella stagione attuale. Inoltre, le scorte cinesi si ridurranno ulteriormente alla fine del 2010-11, arrivando a 13,2 milioni di balle.
La Repubblica Popolare, tuttavia, individua come responsabile il fenomeno della speculazione a cui ha dichiarato guerra nei giorni scorsi.
L’aumento dei prezzi rappresenta un’ulteriore minaccia, in quanto trascina i costi anche di altre fibre e della manodopera riducendo i vantaggi di costo di Paesi come la Cina. Numerosi importatori occidentali, infatti, sostengono che oggigiorno importare dal Dragone non garantisce più costi minori e a ciò si aggiungono anche forti ritardi nelle consegne.
I prezzi del cotone sono passati nell’ultimo anno da 60 centesimi di dollaro a libbra ad oltre 140 centesimi, con conseguenze negative sull’intero settore tessile italiano. I prezzi, infatti, hanno stabilito ogni record anche in Cina, grande esportatore mondiale della fibra. Le cause sono da ricercarsi nell’aumento della domanda interna al Paese asiatico e al contemporaneo calo della produzione, pari al 5%. Proprio a causa dello scarso raccolto il governo Usa prevede che la Cina sarà dovrà importare 13 milioni di balle di cotone nella stagione attuale. Inoltre, le scorte cinesi si ridurranno ulteriormente alla fine del 2010-11, arrivando a 13,2 milioni di balle.
La Repubblica Popolare, tuttavia, individua come responsabile il fenomeno della speculazione a cui ha dichiarato guerra nei giorni scorsi.
L’aumento dei prezzi rappresenta un’ulteriore minaccia, in quanto trascina i costi anche di altre fibre e della manodopera riducendo i vantaggi di costo di Paesi come la Cina. Numerosi importatori occidentali, infatti, sostengono che oggigiorno importare dal Dragone non garantisce più costi minori e a ciò si aggiungono anche forti ritardi nelle consegne.
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