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martedì 1 febbraio 2011

Nuove misure contro il surriscaldamento del settore immobiliare cinese

Cresce ancora la bolla immobiliare cinese ed il governo interviene con nuove misure per frenare la speculazione: stop all’acquisto della seconda e terza casa anche nelle città minori e aumenta l’anticipo da versare alla compravendita.

Nel 2010 la Cina si è confermata per il secondo anno consecutivo il primo mercato immobiliare con il 34% delle compravendite globali di immobili. Tuttavia, il real estate cinese sta attraversando da mesi una fase di speculazione che preoccupa il governo e le autorità internazionali. I prezzi delle abitazioni, infatti, continuano ad alzarsi vertiginosamente: in oltre 70 città del Dragone sono aumentati di un quinto e si calcola che a Shanghai e in altre 11 metropoli il valore degli immobili sia sopravvalutato del 30-50%. La preoccupazione è giunta sino al forum economico mondiale di Davos, svoltosi la settimana scorsa, dove la bolla immobiliare cinese è stato uno dei temi principali del meeting.
Le contromisure per frenare questo fenomeno sono state molteplici già nei mesi scorsi e proprio in questi giorni il governo centrale ha varato nuovi provvedimenti. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero per gli Alloggi e lo Sviluppo Urbano e Rurale, le restrizioni sulla seconda e terza casa, che già erano state applicate nelle principali città, ora vengono estese alle zone urbane di seconda e terza fascia. Queste sono, comunque, realtà di almeno un milione di abitanti e sono caratterizzate da una fiorente economia; si tratta di città come Qingdao (nello Shadong), e centri delle province dello Shaanxi e del Guanxi. Tale decisione è stata presa in quanto, con le disposizioni applicate nelle metropoli maggiori e nelle aree costiere, molti investitori del settore si sono spostati nelle zone centrali e occidentali del Paese, dove si prevede, di conseguenza, un aumento dei prezzi delle case tra il 10% e il 20%. In sostanza, i residenti non potranno acquistare la terza casa, mentre i non residenti non potranno comperare una seconda abitazione.
A ciò si aggiunge l’ultima serie di norme approvate dal Consiglio di Stato, che impongono un aumento dell’anticipo da versare sull’acquisto della casa pari al 60% (precedentemente si era arrivati al 50%). Saranno, inoltre, le amministrazioni locali, ora, a dover controllare la situazione del mercato e a fissare, entro il prossimo marzo, il limite massimo dei prezzi applicabili nell’edilizia popolare.

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