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giovedì 3 febbraio 2011

La Cina investe nella green economy

La Repubblica Popolare Cinese vuole ridurre la dipendenza dell’industria locale dal know-how straniero e per questo annuncia grandi investimenti in ricerca e sviluppo e tecnologie all’avanguardia.

Sarà green economy la parola d’ordine della Cina per i prossimi anni: il portavoce del Ministro dell’Industria e dell’Innovazione cinese, infatti, ha annunciato, nei giorni scorsi, che il governo finanzierà lo sviluppo di nuove tecnologie in ambito energetico e industriale. Fonti pulite, auto elettriche, tecnologia mobile di ultima generazione, semiconduttori e biotecnologie sono i progetti per cui verranno stanziati i maggiori investimenti, allo scopo di creare nuove occasioni di business.
A sostenere la politica cinese, si sono mosse anche le principali istituzioni internazionali: il 3 dicembre scorso, infatti, Pechino ha firmato il Climate Change Framework Loan II con la Banca Europea degli Investimenti; si tratta di un piano di finanziamento che impegna la Cina a ridurre le emissioni di CO2 e a sviluppare le energie pulite e per il quale ha, quindi, ottenuto un contributo di 500 milioni di euro.
Infatti, con l’implementazione della green economy, la Cina potrà incentivare l’attenzione per l’ambiente, grazie ad una nuova politica di risparmio energetico e alla moderazione dell’impatto dell’industria del carbone e sarà, inoltre, in grado di ridurre notevolmente la sua dipendenza dai Paesi esteri per il rifornimento di carburante e fonti energetiche.
Con questi obiettivi, in linea con la tendenza globale di promozione delle energie pulite, il Dragone spera di migliorare e consolidare i rapporti con i maggiori Paesi occidentali, soprattutto con gli Stati Uniti. Tuttavia, i sussidi governativi annunciati dalla Cina, non fanno che preoccupare ulteriormente Washington: gli USA, infatti, ritengono che le misure intraprese dal Paese asiatico, in particolare nel comparto eolico e fotovoltaico, violino gli accordi di libero commercio dell’Organizzazione mondiale del Commercio e che possano togliere opportunità di lavoro e di profitto alle aziende occidentali impegnate nello sviluppo di nuove tecnologie.

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