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martedì 22 febbraio 2011

Primi segnali di rallentamento del settore siderurgico cinese

Grazie alle misure intraprese dalla Cina per contrastare l'inflazione, si sta assistendo ad una frenata della produzione siderurgica cinese.

Il settore siderurgico cinese registra da anni un eccesso di capacità produttiva: nel 2010, infatti, l’acciaio prodotto dal Dragone è ammontato a 627 milioni di tonnellate, segnando una crescita del 9,3% ed un tasso di utilizzo degli impianti dell’82%. Per il 2011, invece, le stime prevedono una crescita del 5%, registrando quindi un lieve calo rispetto all’anno precedente, ma pur sempre con una quantità di acciaio prodotto pari a 660 milioni di tonnellate.
Tuttavia, le misure intraprese dal governo di Pechino per contrastare l’inflazione e moderare la crescita economica, sembrano aver frenato la produzione siderurgica nel mese di gennaio. Rispetto al 2010, infatti, il primo mese dell’anno ha registrato un aumento dello 0,5%, con 52,8 milioni di tonnellate di acciaio prodotte; inoltre, la quota di mercato si è ridotta fino al 44,2%, rispetto al 46,35 di dicembre. Tale calo segna la tendenza che si sta registrando anche in India, a fronte di una rivitalizzazione del comparto a livello mondiale, che ha visto un aumento del 5,3% in gennaio, grazie agli output di nazioni più colpite dalla crisi economica, quali Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Paesi europei.
Il ridimensionamento e l’efficienza della produzione siderurgica sono tra gli obiettivi che le autorità cinesi si sono prefissate nell’ambito industriale; il miglioramento del processo produttivo, infatti, è stato ribadito anche nel dodicesimo piano quinquennale della Repubblica Popolare, in cui l’Associazione cinese dell’industria e dell’acciaio indica come priorità del settore lo sviluppo di ambiti quali l’alta velocità, l’ingegneria marittima ed il trasporto urbano su rotaie.

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