Prosegue l’interesse di Italia e Cina per la cooperazione in campo alimentare: dopo i riconoscimenti reciproci di alcuni prodotti tipici, il ministro cinese per le Politiche Agricole visita alcuni consorzi italiani.
In seguito al riconoscimento qualitativo in Cina di due prodotti dell’alimentare italiano, Grana Padano e Prosciutto di Parma, la partnership sino-italiana nel settore compie un nuovo passo in avanti. La scorsa settimana il ministro cinese delle Politiche Agricole, Han Changfu, accompagnato dal ministro italiano Saverio Romano e dal Commissario Ue dell’Agricoltura Dacian Ciolos, ha visitato le zone di produzione di prodotti Dop tipici del Made in Italy del Lazio e dell’Emilia. L’obiettivo della missione, per entrambi i governi, è quello di incrementare gli scambi commerciali reciproci nell’agroalimentare. La Repubblica Popolare Cinese si presenta come un mercato appetibile, dato che i consumi alimentari dei suoi abitanti stanno gradualmente cambiando in proporzione allo sviluppo economico: sono, infatti, cresciuti i consumi di prodotti gastronomici sia nella quantità che nella qualità e si afferma sempre più il piacere del buon cibo.
Il tour gastronomico ha toccato alcune tappe significative: nel Parmense il ministro cinese ha visitato le aziende del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, ente particolarmente interessato a sviluppare una campagna promozionale nel Paese asiatico. Attualmente il consumo di formaggio nel Dragone è basso, con 30 grammi pro-capite, ma la tendenza sta cambiando grazie alla diffusione di ristoranti occidentali, alla mente globale dei giovani e alla crescente sensibilità verso prodotti di qualità. Si stima che entro il 2019 il consumo pro-capite sarà di 230 grammi, e in questo contesto il Parmigiano-Reggiano potrebbe esportare in Cina circa 370 tonnellate nel 2015, 2.730 tonnellate nel 2019 e 16.000 nel giro di dieci anni. Altra tappa nella zona è stata effettuata nel prosciuttificio Ferradini di Lesignano, mentre nel Reatino il ministro ha visitato un’azienda del consorzio di produzione di olio Sabina Dop a Canneto.
Il vantaggio delle imprese italiane del settore è che dispongono di un’offerta che non ha concorrenti locali nella Repubblica Popolare; tuttavia, anche in questo ambito, come testimoniano d’altronde le contraffazioni di marchi italiani in altri Paesi, sussiste il rischio di imitazione a prezzi competitivi se non si prosegue sulla strada dei riconoscimenti delle produzioni d’eccellenza.
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