Per sostenere le aziende italiane di macchine utensili in Cina, Ucimu e Ice hanno ingaggiato un manager locale che analizzerà la domanda cinese valutando le opportunità di business del mercato per le nostre imprese.
L’esplorazione del mercato cinese da parte del settore delle macchine utensili italiano è cominciato nell’aprile scorso, in occasione della fiera CIMT (China International Machinery Tool Show) svoltasi a Pechino. L’evento, interamente dedicato al comparto della costruzione di macchine utensili, ha permesso l’incontro tra gli operatori mondiali di diversi settori: automotive, ferroviario, aeronautico, infrastrutture e navale. La Cina rappresenta attualmente uno sbocco fondamentale in questo ambito, dopo che nel 2009 si è confermata primo produttore ed importatore mondiale. Nel 2010, inoltre, il Paese asiatico ha importato macchine dall’Italia per 350 milioni di euro, con un incremento del 4,6% rispetto al 2009, e attestandosi così il primo cliente con il 15% dell’export Made in Italy. Per molte aziende del comparto, la Repubblica Popolare non è solo un Paese low cost, ma, contrariamente, si presta all’individuazione di nicchie che necessitano di «impianti flessibili, customizzati e con elevata produttività».
L'Italia si è presentata alla manifestazione con la migliore tecnologia da esportazione e gli operatori che hanno partecipato hanno potuto raccogliere preziosi contatti, su cui ora occorre fare una scrematura. Data la complessità dell’ambiente cinese, l’Ucimu, associazione dei costruttori di macchine utensili e robot, ha coinvolto i propri affiliati in un’iniziativa promossa dall’Ice che vede la “familiarizzazione” tra le aziende italiane di Minhu Zhang, manager cinese che si impegnerà a facilitare le opportunità di business tra le realtà nostrane e quelle cinesi del settore.
Zhang si trova in queste settimane in Italia e sta studiando alcune imprese del nostro territorio per poter incrociare le loro caratteristiche con la domanda cinese di macchine utensili, operanti nei settori automotive, aerospazio, energia, stampaggio, ferrovie, elettrodomestici e meccanica generale. Le imprese italiane interessate al Dragone hanno, infatti, espresso l’esigenza di un distributore o comunque di una figura locale che le aiuti a penetrare il mercato, sia da un punto di vista linguistico che logistico.
Compito di Zhang sarà quello di monitorare le barriere tariffarie, analizzare l’ambiente competitivo, le politiche di cooperazione, le strategie di sviluppo e le azioni del governo, oltre ad analizzare i canali distributori e monitorare le fiere in loco. Inoltre, le aziende interessate verranno puntualmente fornite di un report sulle opportunità e i cambiamenti del mercato cinese. Il progetto, che avrà inizialmente durata di due anni, passerà poi alla fase successiva, che consiste nel sostenere le imprese nel presidio effettivo del mercato, anche tramite forme di aggregazione. Nell’ambito di tale iniziativa si svolgerà, inoltre, la missione in Cina dell’Ucimu del prossimo novembre.
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