In occasione dell’inaugurazione dell’Anno della Cultura Cinese in Italia, sono stati firmati dieci accordi commerciali e sette accordi governativi per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi.
La visita in Italia del Primo Ministro cinese, Wen Jiabao, nei giorni scorsi ha portato ad un piano di azione economica per il triennio 2010-2013 volto ad intensificare la cooperazione economica tra Italia e Cina. Dieci sono gli accordi firmati in campo commerciale, riguardanti i settori della tecnologia, dell’ambiente e delle energie rinnovabili, per un valore totale di 2,5 miliardi di dollari. Oltre alle intese commerciali, sono stati firmati anche sette accordi governativi nei settori dell’agroalimentare, delle tecnologie per l’ambiente, cultura, turismo e cooperazione finanziaria per lo sviluppo.
Di notevole importanza anche i due trattati siglati tra il ministro della Giustizia italiano, Angelino Alfano, ed il ministro degli Affari Esteri cinese, Yan Jiechi; il primo in tema di estradizione, la cui richiesta avrà luogo solo nei casi in cui si verifichi reato per entrambi i Paesi, ed il secondo riguardante l’assistenza giudiziaria penale.
Altri accordi sono stati firmati tra: ministro della Scienza e Tecnologia di Pechino e ministro italiano della Pubblica Amministrazione e Innovazione nel campo dell’innovazione; il ministro della Scienza cinese ed il ministro dell’Ambiente italiano sul tema del trasporto sostenibile; i due ministri della Pubblica Istruzione per l’istruzione e la gestione del patrimonio culturale.
Gli obiettivi generali delle intese a cui si è giunti sono: rafforzare l’interscambio tra Cina e Italia, già cresciuto nel corso di quest’anno del 30% e arrivato a 40 miliardi di dollari, e aumentare gli investimenti italiani in Cina, in quanto la presenza italiana nel paese asiatico è ancora bassa per le potenzialità che questa area offre in vari settori. A tal proposito, sebbene sussistano ancora problematiche legate alla scarsa tutela della proprietà intellettuale, Wen Jiabao ha assicurato che la Cina si impegnerà molto per garantire alle imprese italiane una maggior tutela dei marchi di qualità e condizioni pari alle aziende nazionali in tema di trattamento fiscale e gare d’appalto. La Cina, dal canto suo, sta dimostrando un crescente interesse nei confronti dell’Italia; ad oggi gli investimenti cinesi nel nostro Paese ammontano a 5 miliardi di euro ma sono destinati ad aumentare, dato che creatività, conoscenze tecniche, innovazione, arte, design e qualità del Made in Italy attirano gli imprenditori asiatici.
La visita in Italia del Primo Ministro cinese, Wen Jiabao, nei giorni scorsi ha portato ad un piano di azione economica per il triennio 2010-2013 volto ad intensificare la cooperazione economica tra Italia e Cina. Dieci sono gli accordi firmati in campo commerciale, riguardanti i settori della tecnologia, dell’ambiente e delle energie rinnovabili, per un valore totale di 2,5 miliardi di dollari. Oltre alle intese commerciali, sono stati firmati anche sette accordi governativi nei settori dell’agroalimentare, delle tecnologie per l’ambiente, cultura, turismo e cooperazione finanziaria per lo sviluppo.
Di notevole importanza anche i due trattati siglati tra il ministro della Giustizia italiano, Angelino Alfano, ed il ministro degli Affari Esteri cinese, Yan Jiechi; il primo in tema di estradizione, la cui richiesta avrà luogo solo nei casi in cui si verifichi reato per entrambi i Paesi, ed il secondo riguardante l’assistenza giudiziaria penale.
Altri accordi sono stati firmati tra: ministro della Scienza e Tecnologia di Pechino e ministro italiano della Pubblica Amministrazione e Innovazione nel campo dell’innovazione; il ministro della Scienza cinese ed il ministro dell’Ambiente italiano sul tema del trasporto sostenibile; i due ministri della Pubblica Istruzione per l’istruzione e la gestione del patrimonio culturale.
Gli obiettivi generali delle intese a cui si è giunti sono: rafforzare l’interscambio tra Cina e Italia, già cresciuto nel corso di quest’anno del 30% e arrivato a 40 miliardi di dollari, e aumentare gli investimenti italiani in Cina, in quanto la presenza italiana nel paese asiatico è ancora bassa per le potenzialità che questa area offre in vari settori. A tal proposito, sebbene sussistano ancora problematiche legate alla scarsa tutela della proprietà intellettuale, Wen Jiabao ha assicurato che la Cina si impegnerà molto per garantire alle imprese italiane una maggior tutela dei marchi di qualità e condizioni pari alle aziende nazionali in tema di trattamento fiscale e gare d’appalto. La Cina, dal canto suo, sta dimostrando un crescente interesse nei confronti dell’Italia; ad oggi gli investimenti cinesi nel nostro Paese ammontano a 5 miliardi di euro ma sono destinati ad aumentare, dato che creatività, conoscenze tecniche, innovazione, arte, design e qualità del Made in Italy attirano gli imprenditori asiatici.
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