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martedì 19 ottobre 2010

Vertice straordinario del FMI a Shanghai

La Cina e lo yuan sono stati al centro del dibattito durante il meeting organizzato dal Fondo Monetario Internazionale a Shanghai, nel quale però non sono stati presi accordi sostanziali.

Nella giornata di ieri, a Shanghai, si è tenuto il vertice straordinario del Fondo Monetario Internazionale, convocato per discutere della situazione finanziaria internazionale caratterizzata ultimamente da forti tensioni. L’Asia, in particolare, è l’area verso cui si muovono la maggior parte dei capitali internazionali e pertanto è considerata a maggior rischio finanziario. La Cina rimane nell’occhio del ciclone a causa del mancato apprezzamento dello yuan e della conseguente decisione degli USA di applicare tariffe doganali sulle merci Made in China. La disputa tra le due potenze mondiali non sembra quindi placarsi e la Banca Centrale di Pechino rimane ferma sulle attuali posizioni.
Durante la conferenza stampa che ha seguito la conferenza “Politiche macro-prudenziali: prospettive asiatiche” tra FMI e Banca Popolare Cinese, Yi Gang, numero due dell’istituto bancario, ha riaffermato le linee guida della politica economica cinese. Gang ha dichiarato che il Paese asiatico proseguirà sull’apprezzamento graduale della valuta e che inoltre, come già intuito dalla sessione plenaria del PCC, si rafforzerà la domanda interna come strumento per lo sviluppo economico della nazione. Gang e John Lipsky, vice direttore generale del FMI, sono stati d’accordo nell’affermare che per sostenere la crescita internazionale sia necessario che ogni Paese contribuisca all’equilibrio commerciale.
Nonostante le numerose discussioni, comunque, il vertice non ha prodotto alcun accordo concreto e di conseguenza, la vicenda dello yuan non è conclusa. Le opportunità e gli investimenti nel continente asiatico dipenderanno ancora una volta dalle dinamiche finanziarie e le mosse valutarie della Cina.

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