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giovedì 14 ottobre 2010

Le piastrelle Made in Italy puntano sull’Asia

L’industria italiana della ceramica vede salire i valori dell’export nei Paesi emergenti. Tra i mercati più promettenti si fa notare l’Asia, dove la Cina però inizia ad essere anche un pericoloso competitor.

Il 2010 è stato l’anno della ripresa per l’industria italiana della ceramica, la quale ha visto un aumento delle vendite di piastrelle del 3,5% in quantità e del 5,2% in valore. Le buone performance sono dovute soprattutto agli ottimi risultati dell’export, in particolare verso Asia, Stati Uniti, Africa e Russia: verso queste aree la percentuale delle esportazioni è cresciuta del 12,6% rispetto al 2009. Contrariamente, nei Paesi dell’Unione Europea si è registrato un calo delle vendite pari al 2,98%. Il mercato più promettente tra quelli citati, comunque, è ancora l’Asia, verso cui le vendite sono salite del 21,63% in volume e del 26,8% in valore. Nei Paesi asiatici, infatti, si continua a registrare una certa vitalità che li rende particolarmente interessanti, anche se l’Italia non ha ancora raggiunto in queste zone una presenza stabile.
Tuttavia, i mercati asiatici rappresentano anche una potenziale minaccia: la Cina, nel 2007, ha superato l’Italia diventando il maggior venditore mondiale di piastrelle in termini di quantità. Al nostro Paese rimane il primato per quanto riguarda il valore di mercato: 32% del totale, mentre la Cina detiene il 19,7%.
Le imprese italiane che operano nel settore della ceramica possono ancora sfruttare questa leadership cercando di consolidare la presenza e l’espansione verso Cina e in generale tutta l’Asia, dove si prevede un futuro promettente a fronte di una saturazione del mercato europeo.

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