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giovedì 7 ottobre 2010

In Cina entra in vigore la nuova riforma delle pensioni

A fronte dell’invecchiamento precoce della popolazione e di fondi per le pensioni insufficienti, il governo cinese ha avviato una riforma pensionistica per estendere gli anni lavorativi.

Il prossimo 9 ottobre comincerà a Shanghai l’applicazione della nuova riforma pensionistica elaborata dalle autorità della Repubblica Popolare Cinese. La nuova legge prevede che i lavoratori delle imprese private, quindi non chi opera nel pubblico per i quali la normativa rimane invariata, possano andare in pensione a 65 anni per gli uomini (anziché 60) e 60 anni per le donne (anziché 55), posticipando quindi di 5 anni l’età pensionabile e quindi il diritto al sussidio statale.
La riforma ha ovviamente suscitato un grande malcontento tra la popolazione, ma secondo la stampa locale si è trattata di una misura necessaria per contrastare l’invecchiamento della popolazione, derivante in parte dalla legge del figlio unico, e dalla scarsità dei fondi pensionistici, i quali avrebbero raggiunto un deficit di 200 miliardi di dollari.
Anche la Cina quindi, sembra seguire la stessa direzione di molti Paesi europei in materia di pensioni, il che per molte imprese operanti nel paese asiatico si tradurrà in una riduzione del turnover del personale e del cambio generazionale.

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