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venerdì 27 agosto 2010

Schneider's paradox

Shanghai, 27 Agosto h.11.00
Accendete una lampadina. Con tutta probabilità a permettervi di farlo è la Schneider, azienda francese leader globale negli impianti a basso-medio voltaggio.
Quello che forse non sapete è che la stessa Schneider è stata protagonista di un caso eclatante nella terra del Dragone, e ben rappresenta uno dei mille e più paradossi che la caratterizzano.
Chi viene in Cina (e anche chi non lo fa) convive giorno per giorno con il terrore dei furti di proprietà intellettuale: come difendersi dai "nemici cinesi"? Come perseguirli? E soprattutto...come farlo senza spendere?
Se pensate che il problema sia solo questo siete sulla strada sbagliata. Registrare i propri brevetti non è solo una irrinunciabile necessità a scopo difensivo, ma anche una corsa contro il tempo. Le aziende cinesi, vista la lucrativa opportunità, non ci pensano due volte a ottenere licenze per i diritti su tecnologie e prodotti già sfruttati all'estero e sono pronte a rivendicarli alla prima occasione, come in questo caso.
Condannata a 330 milioni in primo grado, la Schneider se l'è cavata con 157,5 milioni di Yuan (17,5 milioni di Euro nel 2009) in corte di appello per aver violato l'esclusiva posseduta dalla cinese Chint. Se di svista vogliamo parlare, il costo delle vendite in Cina per i nostri vicini francesi è stato ben caro.
Prendere nota. Lesinare sui brevetti non è una buona strategia, no.

A cura di Marta Caccamo

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