Il vice ministro del Petrolio per gli affari internazionali, Hossein Noghrehkar, ha recentemente annunciato che la Cina ha investito 40 miliardi di dollari per lo sviluppo del settore del petrolio e del gas in Iran. La notizia ha un certo rilievo se si pensa che solo qualche settimana fa la Repubblica Popolare Cinese si era espressamente dichiarata contraria alle sanzioni approvate dall’Unione Europea nei confronti dell’Iran il 26 luglio scorso. In quell’occasione, Jiang Yu, portavoce del ministro degli esteri di Pechino, aveva riportato l’auspicio del governo cinese per una risoluzione diplomatica tra le parti interessate.
L’avvicinamento della Cina all’Iran ha un forte significato dal punto di vista commerciale, soprattutto dopo che Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione esteri del Parlamento iraniano, ha dichiarato che se le sanzioni verranno effettivamente attuate, la Repubblica Iraniana interromperà i rapporti commerciali con chi ha sostenuto tali sanzioni, mentre intensificherà le relazioni economiche con chi, invece, si è espresso contro, tra cui appunto la Cina. Sempre secondo le autorità iraniane, la potenza asiatica sarebbe già attiva in un progetto per la costruzione in Iran di sette nuove raffinerie, progetto in cui la Cina investirebbe 23 miliardi di dollari.
L’avvicinamento della Cina all’Iran ha un forte significato dal punto di vista commerciale, soprattutto dopo che Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione esteri del Parlamento iraniano, ha dichiarato che se le sanzioni verranno effettivamente attuate, la Repubblica Iraniana interromperà i rapporti commerciali con chi ha sostenuto tali sanzioni, mentre intensificherà le relazioni economiche con chi, invece, si è espresso contro, tra cui appunto la Cina. Sempre secondo le autorità iraniane, la potenza asiatica sarebbe già attiva in un progetto per la costruzione in Iran di sette nuove raffinerie, progetto in cui la Cina investirebbe 23 miliardi di dollari.
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