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lunedì 23 agosto 2010

E se poi te ne penti?

Shanghai, 23 Agosto h.09.50
Dice Confucio :"Non importa quanto vai piano, l'importante è che non ti fermi".
Registrare una WFOE (Wholly  Foreign Owned Enterprise) in Cina non è semplice, ma oggi come oggi è la strada che molte aziende scelgono per evitare di finire ostaggio dei partner cinesi nelle JV, tra i tanti motivi. Con i contatti giusti, tuttavia, non è più nemmeno complicato come in passato e ce la si può cavare anche in un paio di mesi con tanto di licenze per l'import, laddove necessarie. I requisiti di capitale variano incredibilmente da zona a zona, da industria a industria e in base alla scala delle operazioni, dunque non mi è possibile essere precisa in merito.
Ma cosa succede se le cose non vanno come dovrebbero? La chiusura di una WFOE è un processo faticoso che può richiedere dai 9 ai 12 mesi e raggiunge costi proibitivi in prevalenza dovuti alle tasse amministrative (nell'ordine di 20,000 RMB in tasse su 55,000 di operazione).
E' sconsigliabile tuttavia partire cauti con una WFOE di dimensioni minori per esplorare il mercato, in questo caso la regola cinese per cui "yi bu, yi bu" (passo, passo) non vale, dato che un upgrading spesso non si discosta da quanto l'apertura di una nuova entità richiederebbe in termini di tempo e costi.
Come venirne a una dunque? Esistono aziende che stanno promuovendo un nuovo servizio per chi arriva in Cina, ma non ha ancora idee chiare sul volume del proprio business futuro e si trova incerto sulle decisioni strategiche da prendere. Viene data l'opportunità di operare per un periodo tramite le loro strutture così da potersi concentrare esclusivamente sullo sviluppo e consolidamento delle operazioni senza preoccuparsi della fase di set up che, se non viene adeguatamente pianificata, può risultare in un vincolo da cui è difficile liberarsi in seguito.

A cura di Marta Caccamo

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