Nuove opportunità di lavoro in vista per il lavoratori cinesi: La Federazione dei Sindacati di tutta la Cina (ACFTU), unione nazionale fondata nel 1925, ha promosso una campagna quinquennale di formazione professionale per migliorare le capacità di un milione di lavoratori. L’impegno della Fondazione nei prossimi mesi sarà quello, inoltre, di aiutare circa un milione di persone a trovare lavoro e di proporre corsi di formazione a coloro che svolgono attività domestiche. L’obiettivo permanente rimane, ovviamente, la tutela dei diritti dei lavoratori cinesi, e l’auspicio è quello che la protezione di questi interessi si espleti al più presto a tutti i livelli sindacali. L’ACFTU punta, inoltre, ad un miglioramento della negoziazione sulle retribuzioni tra sindacati e uomini d’affari entro il 2012.
Le iniziative in corso ben dimostrano il grande cambiamento che sta avvenendo nel mondo del lavoro cinese; con la legge sul lavoro introdotta nel 2008, che garantisce maggiori diritti contrattuali ai lavoratori, e i numerosi scioperi che si sono susseguiti negli ultimi anni, nonché episodi di suicidi e blocchi alla produzione, l’immagine della Cina sta gradualmente evolvendosi anche dal punto di vista sociale. La Cina detiene ancora oggi la più grande forza di manodopera al mondo e il costo di questi lavoratori è ancora molto basso (si parla di una media di 0,81 dollari all’ora); questa situazione, fino ad oggi, ha sempre favorito le potenze occidentali: i costi del lavoro delle multinazionali si sono mantenuti bassi, e così anche i prezzi delle merci. Tuttavia, negli ultimi cinque anni i salari dei lavoratori cinesi sono aumentati, tanto che i costi delle importazioni americane dalla Cina tra il 2006 ed il 2008 sono incrementate del 6%. A ciò si deve aggiungere il graduale cambiamento nell’assetto sociale della Cina: i giovani saranno sempre meno negli anni futuri e chi migrerà dalla campagna esigerà un tenore di vita più elevato, più “cittadino”; secondo alcuni economisti, inoltre, la Cina starebbe esaurendo le riserve di manodopera nelle campagne.
Le iniziative in corso ben dimostrano il grande cambiamento che sta avvenendo nel mondo del lavoro cinese; con la legge sul lavoro introdotta nel 2008, che garantisce maggiori diritti contrattuali ai lavoratori, e i numerosi scioperi che si sono susseguiti negli ultimi anni, nonché episodi di suicidi e blocchi alla produzione, l’immagine della Cina sta gradualmente evolvendosi anche dal punto di vista sociale. La Cina detiene ancora oggi la più grande forza di manodopera al mondo e il costo di questi lavoratori è ancora molto basso (si parla di una media di 0,81 dollari all’ora); questa situazione, fino ad oggi, ha sempre favorito le potenze occidentali: i costi del lavoro delle multinazionali si sono mantenuti bassi, e così anche i prezzi delle merci. Tuttavia, negli ultimi cinque anni i salari dei lavoratori cinesi sono aumentati, tanto che i costi delle importazioni americane dalla Cina tra il 2006 ed il 2008 sono incrementate del 6%. A ciò si deve aggiungere il graduale cambiamento nell’assetto sociale della Cina: i giovani saranno sempre meno negli anni futuri e chi migrerà dalla campagna esigerà un tenore di vita più elevato, più “cittadino”; secondo alcuni economisti, inoltre, la Cina starebbe esaurendo le riserve di manodopera nelle campagne.
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