Le autorità di Pechino hanno dichiarato di voler adottare una serie di misure per una maggiore liberalizzazione del mercato domestico dell’oro: la Banca Centrale ha annunciato un aumento del numero degli istituti di credito autorizzati a trattare l’oro su mercati internazionali e ha accennato alcune mosse per modificare la tassazione vigente. La Banca Popolare Cinese, inoltre, offrirà sostegno finanziario alle imprese aurifere che vogliano investire all’estero. La domanda domestica del metallo giallo è, infatti, aumentata nell’ultimo periodo: le vendite della compagnia statale China National Gold Group Corp sono cresciute nel 2010 del 40%. Inoltre, nel 2009 gli investitori cinesi hanno acquistato 73 tonnellate di lingotti. La Cina, ad oggi, è il primo produttore mondiale di oro e il secondo consumatore, dopo l’India; tuttavia, non ci sono ancora prodotti finanziari affidabili che sostengano lo sviluppo del mercato interno.
Le nuove linee per il mercato dell’oro fanno parte di una serie di politiche generali per una maggiore internazionalizzazione del sistema bancario cinese: si vuole così permettere alle banche di importare ed esportare in oro allo scopo di incoraggiare il trading sui derivati del metallo prezioso dominati in yuan. Si potrà così anche aumentare il numero di membri stranieri dello Shanghai Gold Exchange.
Dopo l’annuncio cinese, a Londra il prezzo del lingotto è salito fino a 1,190 dollari ad oncia.
Le nuove linee per il mercato dell’oro fanno parte di una serie di politiche generali per una maggiore internazionalizzazione del sistema bancario cinese: si vuole così permettere alle banche di importare ed esportare in oro allo scopo di incoraggiare il trading sui derivati del metallo prezioso dominati in yuan. Si potrà così anche aumentare il numero di membri stranieri dello Shanghai Gold Exchange.
Dopo l’annuncio cinese, a Londra il prezzo del lingotto è salito fino a 1,190 dollari ad oncia.
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