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mercoledì 14 settembre 2011

La Cina investe in infrastrutture e industria italiane

Visita di una delegazione cinese del Cic in Italia per alcuni incontri istituzionali alla ricerca di settori del mercato italiano in cui investire.

La scorsa settimana una delegazione cinese guidata da Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano China Investment Corp (Cic), è arrivata in Italia per una serie di appuntamenti presso alcuni ministeri e istituzioni italiani. L’obiettivo della missione è quello di individuare settori strategici in cui investire; durante gli incontri è emerso l’interesse dei cinesi in due campi importanti per l’economia: infrastrutture e industrie.
Il meeting più rilevante è stato quello tra Cic e la Cassa Depositi e Prestiti, il cui fine è quello di promuovere lo sviluppo delle Pmi italiane. Lo strumento messo a disposizione delle imprese nostrane è quello di due fondi di private equity, il Fondo italiano di investimento e il Fondo strategico italiano, ideati per rafforzare il capitale delle aziende anche attirando afflussi dall’estero. Per i cinesi lo Stato italiano ha messo a disposizione una selezione di imprese tra cui scegliere per effettuare gli investimenti.
I progetti maggiori su cui sta puntando Cic sono localizzati in Sicilia: qui è in pianificazione il finanziamento cinese di un impianto fotovoltaico per il settore energia, mentre per le infrastrutture si parla di uno stanziamento pari al 50% dei fondi privati per la costruzione del Ponte di Messina. Altri otto progetti infrastrutturali, inoltre, sarebbero stati oggetto nel novembre scorso di un memorandum tra la Regione Sicilia e la China Development Bank. La Repubblica Popolare avrebbe anche messo in campo 90 milioni di euro per ampliare i porti di Augusta e Pozzallo per poter ospitare le navi container provenienti dall’Oriente. Al vaglio ci sarà, infine, anche il completamento della tratta ferroviaria Napoli-Palermo, che verrà discusso prossimamente tra i vertici delle ferrovie cinesi e quelli della Società dello Stretto.
Per quanto riguarda il nord Italia, invece, rimane in stand-by il progetto di 700 milioni di euro per la realizzazione della piattaforma logistica dell’alto Adriatico.

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