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giovedì 21 luglio 2011

Made in Italy in Cina: le regole per non sbagliare

Non sempre investire in Cina è sinonimo di successo per le imprese italiane: è importante conoscere quali sono i rischi e le scelte più adeguate.

Nonostante la Cina rappresenti per il nostro Paese un partner fondamentale, le aziende italiane che vi approdano non sempre hanno avuto il successo sperato, registrando clamorosi fallimenti. Sulla base degli errori commessi da alcune imprese, anche molto note, le società di consulenza cercano in questo periodo di fornire consigli per non ricadere negli stessi tranelli.
Due sono gli errori più comuni che si commettono: Il primo consiste nel penetrare il mercato cinese con lo stesso approccio che si applica in Italia o in altri Paesi, senza capire che non tutti i prodotti o servizi possono essere adattati nel Dragone. La diversità culturale nei Paesi emergenti è fondamentale e anche nelle contrattazioni può fare la differenza: un classico esempio è la diversa concezione del tempo.
Il secondo errore, soprattutto negli ultimi tempi, è pensare ancora che la Cina sia un Paese low cost, dove produrre e commerciare costa poco; ormai la Repubblica Popolare non può più essere considerata in questo modo, basta pensare ai recenti aumenti di salari per la manodopera, all’elevata inflazione e agli aumenti dei costi anche delle materie prime.
Parlando di risorse umane, molti sono i passi falsi: spesso non ci sono i manager adeguati da spendere nel Paese asiatico e si mandano figure che lavorano in Italia, ma non specializzate per il mercato asiatico.
Per quanto riguarda il metodo di penetrazione del mercato, molte aziende si limitano ad esportare senza investire in progetti a lungo-medio termine in loco; inoltre, spesso ci si affida ad un unico partner locale, mentre sarebbe consigliabile cercare un controllo diretto tramite proprie filiali in più zone o stipulando accordi commerciali senza partecipazione societaria.
In termini finanziari, è utile conoscere a fondo la situazione fiscale del Paese, al fine di valutare correttamente il fabbisogno finanziario; in un territorio così vasto, poi, ogni distretto avrà un sistema differente. Analogo discorso vale per le questioni giuridiche: è importante monitorare non solo i cambiamenti normativi, piuttosto frequenti in Cina, ma anche le diversificazioni a livello locale. In questo campo, inoltre, è opportuno fare attenzione al metodo di applicazione delle leggi, spesso affidate alla libera interpretazione delle autorità. Regola fondamentale in Cina è poi quella di tutelare sin dall’inizio la proprietà intellettuale, visti i numerosi casi di contraffazione.
Infine, è sbagliato pensare che le opportunità della Repubblica Popolare si concentrino esclusivamente nelle grandi metropoli: negli ultimi anni sono sorti importanti distretti industriali anche nelle aree meno conosciute del Paese, zone dall’elevato valore di produttività e di business che andrebbero conosciute e sfruttate.

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