I media cinesi annunciano l’avvio di un progetto pilota per la riduzione di gas inquinanti attraverso un mercato di compravendita delle emissioni di CO2.
Il problema dell’inquinamento in Cina rimane serio e uno dei punti focali del programma governativo, motivo per cui diverse sono le iniziative intraprese da parte delle autorità. Per ridurre le emissioni di CO2 il Paese asiatico ha tracciato alcune linee guida che serviranno a fronteggiare, da un lato l’elevato tasso di inquinamento e, dall’altro la crescente urbanizzazione e il consumo energetico in aumento.
Tra le iniziative, il Dragone ha deciso di avviare un progetto pilota per la creazione di un mercato nazionale di compravendita delle emissioni di carbone. Il programma prevede l’introduzione di un tetto massimo di emissioni industriali e l’applicazione di tariffe punitive per le industrie che supereranno tali limiti. In sostanza, le aziende inquinanti e che dispendono maggior energia acquisteranno i diritti di emissione delle imprese più virtuose; a ciò verranno aggiunte anche nuove politiche in materia. Il progetto partirà inizialmente nelle principali città, che lo attueranno entro il 2013, dopodiché si estenderà al resto del Paese entro il 2015.
Con questa iniziativa la Repubblica Popolare potrà essere in grado di rispettare il proprio impegno che consiste nella riduzione tra il 40% e il 45% dei gas dannosi entro il 2020. Nonostante la Cina, come gli altri Paesi emergenti, non sia vincolata dal Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni entro il 2012, rimane una delle nazioni che più si impegna per contrastare il fenomeno.
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