Si concretizzano i segnali di un indebolimento dell’economia cinese: dopo il settore manifatturiero, anche il terziario è in discesa.
Continua il rallentamento dell’economia cinese, i cui dati non sono confortanti: qualche settimana fa il Purchasing Manger Index del settore manifatturiero aveva registrato un calo dell’1,1%, attestandosi ai 50,1 punti secondo la società HSBC (su 430 imprese) e ai 50,9 punti secondo la China Federation of Logistics (su 820 società di 28 settori differenti).
Ora lo stesso segnale viene dal terziario, che ha raggiunto i peggiori risultati degli ultimi 4 mesi: il Purchasing Manager Index del non manifatturiero, elaborato su imprese dei settori immobiliare, dei trasporti, della distribuzione, della ristorazione e dei software è passato dai 61,9 punti del mese scorso ai 57 attuali.
Chi è maggiormente esposto a questi cali sono soprattutto le piccole imprese locali, strettamente legate alla stabilità economica del Paese. Per questo, il vice premier Wang Qishang ha chiesto alle banche cinesi di incrementare i finanziamenti alle piccole realtà , incoraggiando la nascita di istituti di microcredito. In particolare, il settore maggiormente colpito sarebbe quello immobiliare e le industrie ad esso connesse (come il cemento e l’acciaio), motivo per cui secondo Wang, il governo dovrebbe incentivare gli investimenti in abitazioni a prezzi accessibili; entro la fine del 2011, infatti, dovrebbero realizzarsi 10.000 case a prezzi popolari e nei prossimi 5 anni arrivare a quota 36 milioni di nuclei.
A completare la difficile situazione c’è ancora l’inflazione che, secondo il China Securities Journal, entro la fine del mese aumenterà del 6% anno su anno.
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