Eni è interessata alle numerose opportunità energetiche della Cina e ha firmato due accordi d’intesa con PetroChina, in gennaio, e con Sinopec, ora. Gli investimenti più appetibili, secondo la società, sono nel campo dello shale gas.
Prosegue l’interesse di Eni per le opportunità di investimento in terra cinese. In gennaio, la società italiana aveva firmato un Memorandum of Understanding con PetroChina per una serie di attività e analisi sulle opportunità nel Dragone, ma anche fuori dal Paese asiatico, in particolare in Africa, dove si concentrano le maggiori risorse cinesi. Nei giorni scorsi un altro Memorandum d’intesa è stato siglato tra Eni e Sinopec, gigante energetico della Cina. L’accordo prevede l’analisi delle opportunità di collaborazione nel settore sia in Cina che al di fuori del Paese.
Ciò che emerge da queste collaborazioni è, da un lato l’interesse cinese per investimenti in terra africana attraverso la cooperazione con Eni e, dall’altro la volontà della società italiana di sfruttare le nuove opportunità dello shale gas. Questo, conosciuto anche come gas da scisti, è metano contenuto nei sedimenti di scisti dal costo altamente competitivo e, attualmente, rappresenta la miglior risorsa di gas per la Cina. Pur non necessitando di tecnologie complesse per l’estrazione, Eni è dotato del giusto know how per lavorare con lo shale gas, competenze acquisite grazie all’investimento Quicksilver in Texas. Con l’accordo appena firmato, quindi, Eni sarà in grado di individuare e studiare le aree adeguate per lo shale gas ed eventualmente scavare dei pozzi. In seguito, se la Repubblica Popolare dovesse mettere a disposizione le zone individuate, la società italiana potrebbe acquisire la proprietà del gas e diventare uno dei maggiori operatori del settore.
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