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mercoledì 2 marzo 2011

Nuovo aumento dei salari minimi in Cina

Per far fronte alla recente crisi inflazionistica e alla diminuzione del consumo interno, le autorità cinesi hanno deciso di aumentare i salari minimi a partire da tre grandi città: Shanghai, Pechino e Nanchino.

Per raggiungere l’obiettivo di rafforzamento della domanda interna del Paese, esplicitata nel dodicesimo Piano Quinquennale, la Cina comincia intervenendo sugli stipendi dei lavoratori. Shanghai, Pechino e Nanchino saranno le tre città che nei prossimi mesi vedranno crescere il salario minimo mensile; la scelta di applicare la nuova misura in queste tre metropoli è dovuta al fatto che proprio qui si è registrata maggiormente la crisi inflazionistica dei mesi precedenti, con conseguenze negative sui prezzi e, quindi, sul consumo interno.
A Shanghai il salario aumenterà già dal 1 aprile prossimo e vedrà un innalzamento pari al 14% mensile, che porterà lo stipendio a 1.280 yuan (130 euro); la paga oraria crescerà, così, del 22% arrivando a 11 yuan. A Pechino, invece, l’applicazione della nuova paga si verificherà posteriormente ed i salari, attualmente pari a 800 yuan mensili (80 euro), aumenteranno del 10%; a Nanchino, invece, gli stipendi passeranno da 850 a 960 yuan.
A seguire, l’aumento dei salari minimi si estenderà progressivamente ad altre regioni, tra cui la provincia dello Zhejiang e quella del Guangdong.
Si tratta di una nuova misura, quella dell’aumento delle paghe dei lavoratori, che andrà a riguardare anche tutte le realtà produttive straniere presenti in Cina; l’aumento del costo del lavoro, infatti, sarà uno dei fattori che maggiormente incideranno sugli investimenti esteri nei prossimi anni.

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