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lunedì 21 marzo 2011

La Cina rallenta la corsa al nucleare

In seguito al dramma del Giappone e all’allerta radiazioni, anche la Cina ha deciso di rivedere il suo programma di potenziamento nucleare previsto per sopperire all’enorme domanda energetica del Paese.

Il Consiglio di stato cinese, presieduto dal premier Wen Jiabao, ha deciso nei giorni scorsi di rivedere il programma di potenziamento nucleare del Paese, visto l’allarme di Fukushima in Giappone. Il Dragone, difatti, aveva pianificato la realizzazione di un grande numero di centrali (circa il 40% delle centrali mondiali), di cui una dozzina già in fase di costruzione e 25 in fase di progettazione, per un totale di 400 gigawatt entro il 2050. L’obiettivo era quello di soddisfare il fabbisogno energetico del Paese, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili provenienti dall’estero e limitando l’impatto ambientale del carbone, che attualmente copre il 70% della domanda energetica e produce l’83% delle emissioni di gas serra della Repubblica Popolare.
Fino a qualche tempo fa il nucleare in Cina è stata una voce poco sentita: al momento il Paese dispone di 13 reattori distribuiti in 4 centrali che producono il 2% dell’elettricità nazionale; inoltre, la tecnologia a disposizione in questo campo non è mai stata particolarmente avanzata e il Dragone ha sempre dovuto importare il know how necessario dall’estero. Solo negli ultimi anni si è presa in considerazione l’idea di puntare sull’energia nucleare per soddisfare il crescente fabbisogno, tanto che la Cina ha dichiarato di aver sviluppato una nuova tecnologia per riprocessare il combustibile nucleare esaurito.
Ora, però, la paura proveniente dal Giappone sta rimettendo in gioco i programmi nucleari di molte nazioni, Cina compresa. Il governo di Pechino ha predisposto un test sia sui reattori già in funzione che su quelli in fase di progettazione, per verificarne il rispetto degli standard di sicurezza. L’esito dei test e, presumibilmente, l’evoluzione della situazione giapponese decreteranno il futuro energetico della Cina e di altri Paesi, con un probabile ed ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili.

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