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mercoledì 15 settembre 2010

E’ la Cina la miglior destinazione di investimenti in energie verdi

Secondo il rapporto della società Ernst & Young dal titolo “Renewable Energy Country Attractiveness Indices”, pubblicato lo scorso 9 settembre, la Cina si colloca al primo posto, superando gli USA, come migliore destinazione finale per gli investimenti in energie rinnovabili.
L’indagine condotta ha classificato i paesi in base alla loro attrattività per gli investimenti in energia pulita, valutando variabili come l’efficienza delle infrastrutture presenti, la fattibilità dei progetti futuri e la possibilità di sviluppare nuove tecnologie. La Cina si è guadagnata il primato grazie ad una politica che sin dalla legge “verde” del 2005 ritiene prioritario l’utilizzo delle energie rinnovabili e che ha portato ad un notevole sviluppo sia nella produzione energetica che nella produzione di tecnologie necessarie per lo sfruttamento di tali sorgenti. Oggi il paese asiatico ottiene l’8% di energia e il 17% di elettricità dalle fonti alternative con l’intenzione di crescere fino al 20% entro il 2020. Ciò sembra abbastanza fattibile in quanto, secondo il report del Worldwatch Institute, se la linea politica dovesse rimanere invariata la Cina potrebbe in questo modo trarre il 15% di energia entro il 2012 ed il 30% entro il 2050. Gli investimenti della Repubblica Popolare Cinese in tale campo sono stati pari a 34,6 miliardi nel 2009, il doppio rispetto agli Stati Uniti, e nello stesso anno si è attestata come leader mondiale nell’industria eolica.
A livello globale i dati relativi all’energia pulita sono comunque positivi: lo scorso anno in tutto il mondo sono stati investiti 162 miliardi di dollari nel rinnovabile e negli ultimi 5 anni si è assistito ad una crescita di investimenti del 50% concentrata nei paesi del G20.
L’Italia si è confermata al quinto posto nella classifica della Ernst & Young, dopo Cina, Stati Uniti, Germania ed India, ma detiene un notevole vantaggio competitivo per la costruzione dei più grandi parchi fotovoltaici d’Europa. Le imprese italiane del settore potrebbero sfruttare le capacità in questo settore per approdare in Cina, dove però la competizione è sempre più elevata, soprattutto tra i concorrenti stranieri che vogliono conquistare il mercato.

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