La Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina ha recentemente pubblicato l’annuale rapporto sulle condizioni di business in Cina, in cui sottolinea i vari problemi che le imprese straniere devono affrontare nel paese asiatico fornendo più di 380 consigli per gli investimenti in loco.
Nel dossier di oltre 600 pagine sono state esposte, tra i vari casi, le difficoltà legate alla complessa regolamentazione cinese: normative inique e di difficile applicazione e, soprattutto nell’ambito del commercio internazionale, norme che entrano in vigore in modo inconsistente ed imprevedibile creando una situazione di grande incertezza. Rimanendo in campo normativo si denuncia, inoltre, l'inefficiente applicazione delle forme di tutela della proprietà intellettuale, tanto che tutt’oggi si verificano numerosi casi di evidente plagio di prodotti da parte di concorrenti cinesi, impedendo così la possibilità di sviluppo e di innovazione nelle aziende estere.
Altra questione fondamentale è la grande difficoltà per numerose aziende straniere ad accedere al mercato interno cinese, dovute al crescente protezionismo e alle azioni discriminatorie del governo di Pechino che ha causato negli ultimi mesi alcuni screzi istituzionali tra Europa e Cina per l’importazione di alcuni prodotti. Secondo la Camera Europea, la Repubblica Popolare Cinese non ha ancora rispettato gli impegni presi all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio per garantire l’accesso alle imprese straniere ad alcuni settori come quelli delle telecomunicazioni, prenotazioni on-line di biglietti aerei e distribuzione di carburante.
Nonostante ciò, il Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea, Jacques de Boisesson, non consiglia la sospensione degli investimenti europei in Cina né lo spostamento degli interessi verso altre aree, in quanto si dichiara fiducioso nella possibilità di un dialogo con le autorità locali che permetta un miglioramento delle condizioni di business.
Nel dossier di oltre 600 pagine sono state esposte, tra i vari casi, le difficoltà legate alla complessa regolamentazione cinese: normative inique e di difficile applicazione e, soprattutto nell’ambito del commercio internazionale, norme che entrano in vigore in modo inconsistente ed imprevedibile creando una situazione di grande incertezza. Rimanendo in campo normativo si denuncia, inoltre, l'inefficiente applicazione delle forme di tutela della proprietà intellettuale, tanto che tutt’oggi si verificano numerosi casi di evidente plagio di prodotti da parte di concorrenti cinesi, impedendo così la possibilità di sviluppo e di innovazione nelle aziende estere.
Altra questione fondamentale è la grande difficoltà per numerose aziende straniere ad accedere al mercato interno cinese, dovute al crescente protezionismo e alle azioni discriminatorie del governo di Pechino che ha causato negli ultimi mesi alcuni screzi istituzionali tra Europa e Cina per l’importazione di alcuni prodotti. Secondo la Camera Europea, la Repubblica Popolare Cinese non ha ancora rispettato gli impegni presi all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio per garantire l’accesso alle imprese straniere ad alcuni settori come quelli delle telecomunicazioni, prenotazioni on-line di biglietti aerei e distribuzione di carburante.
Nonostante ciò, il Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea, Jacques de Boisesson, non consiglia la sospensione degli investimenti europei in Cina né lo spostamento degli interessi verso altre aree, in quanto si dichiara fiducioso nella possibilità di un dialogo con le autorità locali che permetta un miglioramento delle condizioni di business.
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