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martedì 25 ottobre 2011

La Cina investe sullo sviluppo africano

In occasione del forum internazionale sullo sviluppo dell'Africa, si è discusso dell’influsso degli investimenti cinesi sul futuro economico dell'Africa.

Al forum internazionale sullo sviluppo dell'Africa, promosso dalla fondazione Banco di Sicilia, con la collaborazione dell'European house Ambrosetti, si è discusso del ruolo che la Cina esercita sull’economia africana.
Clive Tasker, amministratore delegato dell’istituto bancario sudafricano Standard Bank (il più grande di tutta l'Africa) - acquisito, per il 20% nel 2007, dalla più grande banca commerciale cinese (Icbc), con un investimento di 5,5 miliardi di dollari -  ha dichiarato che il Dragone investiva in Africa prima che anche gli investitori americani ed europei si interessassero a tale mercato e secondo modalità differenti: “La strategia di investimento cinese, concentrata soprattutto sul settore delle commodities, è sicuramente caratterizzata dalla non ingerenza negli affari interni del Paese, o anche dei singoli settori di business. Sono più flessibili e non pongono condizioni. Ma c'è di più. Hanno una diversa concezione del rischio. Sono investitori di lungo termine e non cercano veloci ritorni”.
Dal 2002 al 2010 il tasso di crescita del commercio tra Cina e Africa è cresciuto mediamente del 33% l'anno; lo scorso anno l'export verso la Cina ha raggiunto i 66,9 miliardi di dollari - concentrati prevalentemente nel settore commodities energetiche e minerarie - e l'import è stato di 59,8 miliardi. Secondo Tasker il legame commerciale presente tra il Sudafrica, e l'intero continente africano, e Pechino è destinato a rafforzarsi ultieriormente.
Jacob Kolster, direttore per il Nordafrica dell'African development Bank, ritiene che l’elemento a favore del colosso asiatico consista nella disponibilità di liquidità: “La Cina ha un grande vantaggio: dispone di molta liquidità, anche perché è un investitore statale, all'opposto dell'India. Certo, i risultati delle sue opere infrastrutturali alcune volte non sono stati all'altezza delle aspettative, ma comunque per i Governi di diversi Paesi africani, dove la carenza di infrastrutture è il maggiore ostacolo allo sviluppo, si è trattato di un elemento positivo”. Mentre l’errore più grave commesso dall’Occidente, sempre secondo Kolster, è stato quello di aver sottovalutato le grandi potenzialità racchiuse nel continente africano e di averlo sempre considerato come “un recipiente di aiuti, non un luogo dove si può avere un ritorno commerciale per gli investimenti”.

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