Cresce la domanda di pasta italiana in Cina: negli ultimi dieci anni le esportazioni sono aumentate più di cinque volte.
Nonostante le numerose difficoltà del settore agroalimentare italiano in Cina, dovuto principalmente ai costi elevati e alla scarsa promozione, aumentano le esportazioni di pasta nel Paese asiatico. Secondo un’indagine della Coldiretti, tra il 2000 e il 2010 l’export del prodotto verso il Dragone è cresciuto del 414% e nei primi sei mesi del 2011 è salito del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La domanda di pasta nella Repubblica Popolare ha avuto un incremento del 61%, dato che condivide anche con altre nazioni emergenti: la Russia con +53,9%, l’India con + 36% e l’Arabia Saudita con addirittura +135,6%.
L’Italia rimane il primo produttore al mondo di pasta, con 3.247 milioni di tonnellate prodotte, simbolo intramontabile del Made in Italy alimentare. Tuttavia, in occasione del “World Pasta Day” , si sollevano alcune preoccupazioni: dal momento che non è ancora obbligatorio indicare l’etichetta di origine, si stima che oltre il 40% del grano duro utilizzato dalle industrie italiane produttrici provenga dall’estero, con un conseguente calo del raccolto nel nostro territorio: quest’anno, infatti, dovrebbe ammontare a 3,6 milioni di tonnellate, il 6% in meno dello scorso anno.