La Cina, aggirando le sanzioni americane, sta negoziando con l’Iran accordi di baratto per pagare le ingenti forniture di petrolio provenienti dal Paese arabo.
Nel 2010 il commercio bilaterale Cina-Iran è ammontato a 29,3 miliardi di dollari, segnando un incremento di quasi il 40%. Lo scorso giugno, l’export di petrolio iraniano destinato al Dragone è salito ai massimi da due anni a questa parte, con un aumento del 50% solo nel primo semestre di quest’anno.
Le sanzioni imposte dall’Onu per cercare di bloccare il programma nucleare di Teheran hanno reso difficoltoso per Pechino effettuare pagamenti cash, portando così il debito cinese nei confronti dell’Iran ad almeno 20 miliardi di dollari. Tuttavia, Pechino ha dichiarato che, in deduzione dei suoi debiti, intende formalizzare intese di baratto attraverso cui fornire beni e servizi all’Iran: la Cina può vantare una vasta gamma di prodotti/servizi esportati in Iran, anche relativamente al settore energetico.
Sebbene lo scorso anno non si sia opposta al 4° ruond di sanzioni Onu per la sospensione del programma nucleare iraniano, la Cina sostiene i diritto all’energia atomica per usi civili e si oppone a un’ulteriore inasprimento delle sanzioni. Una eventuale intesa ad ampio raggio su tale questione potrebbe alleggerire le pressioni da parte dell’Onu sul regime iraniano.
Nessun commento:
Posta un commento