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giovedì 11 agosto 2011

Pechino: la politica delle terre rare.

L’unione Europea condanna Pechino per le restrizioni all’esportazione delle “terre rare”. Si stima che la Cina produca circa il 97% a livello mondiale ma, mentre le esportazioni sono soggette a pesanti limiti, il mercato interno non ha subito alcuna restrizione.

L’unione Europea condanna Pechino per le restrizioni all’esportazione delle “terre rare”, diciassette elementi chimici che fungono da materia prima per la produzione di una vasta gamma di prodotti di largo consumo ed in particolare nel settore dell’hi-tech, quali:, schermi LCD, fibre ottiche, ma anche batterie ricaricabili, magneti, turbine eoliche etc. Si stima che la Cina produca circa il 97% delle terre rare a livello mondiale ma, mentre le esportazioni sono soggette a pesanti limiti, il mercato interno non ha subito alcuna restrizione. In questo modo le imprese cinesi sono avvantaggiate rispetto alle imprese estere che non hanno uguale accesso alle materie prime.
In una nota della Commissione Europea si legge che “La Ue continua a incoraggiare le autorità cinesi a rivedere le restrizioni all’export per assicurare che l’industria europea abbia un accesso pieno, equo, prevedibile e non discriminatorio alle forniture di terre rare, così come di ogni altra materia prima”. Dopo la condanna della Wto per i limiti all’export di altre 9 materie perime Pechino ha quasi più che raddoppiato le quantità già autorizzate a varcare i confini per un totale di 30.184 tonnellate, allineandosi alle esportazioni del 2010.
Si prevede che vadano in porto progetti minerari negli Stati Uniti e in Australia al fine di generare un’offerta alternativa e garantire una più equa distribuzione delle materie prime a partire dal 2013.

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