Sta emergendo tra gli operatori italiani l’interesse per l’isola di Taiwan, provincia con notevole sviluppo economico e che può essere un canale privilegiato per penetrare il mercato cinese.
Il Sistema Italia sta implementando in questo ultimo anno i rapporti commerciali con l’isola di Taiwan, la quale si rivela un potenziale partner per penetrare il mercato cinese, e in generale tutto il Sud-est asiatico, con minor difficoltà, soprattutto a livello burocratico.
L’analisi delle opportunità della provincia è emersa nel corso del seminario sullo sviluppo e le opportunità economiche e commerciali con Taiwan, tenutosi a Roma la scorsa settimana e organizzato dall’Ice e dall’ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia. La spinta ad occuparsi di questa piccola isola è venuta dall’accordo firmato da Pechino lo scorso giugno, denominato Economic Cooperation Framework Agreement (ECFA) e volto ad incrementare gli scambi commerciali tra le due realtà attraverso la riduzione ed eliminazione di tariffe e barriere commerciali.
Taiwan ha molte caratteristiche per cui si rende attraente per gli operatori italiani: innanzitutto, è un territorio ricco di imprese di piccola e media dimensione il cui sviluppo è sostenuto e promosso dallo stesso governo. Le autorità incentivano gli investimenti esteri offrendo la copertura del soggiorno in loco alle aziende interessate ad investire e contrastando il fenomeno della contraffazione con leggi che tutelino la proprietà intellettuale. Numerose risorse sono impiegate anche nella ricerca e sviluppo e nel potenziamento di alcuni settori chiave dell’economia, quali: energie alternative, agricoltura high-end, biotecnologie, cultura, turismo e sanità, oltre ad una serie di industrie definite “intelligenti”, tra cui veicoli intelligenti, bioarchitettura e alcune industrie di servizi.
Dal punto di vista tariffario, inoltre, l’isola detiene le imposte commerciali tra le più basse del Sud-est asiatico (17%); inoltre, la forza lavoro locale è molto qualificata: il 42,9% è laureato. Questi dati confermano il trend economico positivo della provincia, il cui Pil nel 2010 è cresciuto del 10,82% e per il 2011 è stimato un innalzamento del 5,4%. Gli cambi commerciali sono pure particolarmente attivi, con un export che lo scorso anno ha segnato un +34,83% e l’import + 44,16%. Taiwan è, inoltre, il terreno ideale per la produzione a basso costo di componenti dell’IPC e delle telecomunicazioni.
Sebbene i rapporti con la Cina dal punto di vista politico siano ancora tesi, dato l’interesse del Dragone a riannettere la provincia alla madrepatria, i legami commerciali tra le due potenze asiatiche sono particolarmente fiorenti. Taiwan nel 2010 ha avuto investimenti in Cina pari a 97,3 miliardi di dollari, concentrati nell’elettronica, informatica e nel real estate. Infine, il governo di Taipei conosce bene il sistema burocratico cinese e, grazie all’accordo ECFA, ha un canale d’ingresso privilegiato nella Repubblica Popolare.
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