Ad aprile hanno finalmente subito un calo gli investimenti diretti esteri in Cina, fermatisi a 8,46 miliardi di dollari con un incremento tendenziale del 15,2%.
Rispetto ai primi mesi del 2011, gli investimenti diretti esteri hanno subito un certo rallentamento, infatti fino a marzo in Cina è entrata una quota di investimenti pari 38,8 miliardi di dollari, in rialzo del 26% su base annuale, mentre ora l’afflusso appare in diminuzione.
Due i fattori che hanno inciso sulla scelta della Cina per investire: il primo riguarda il sostenuto ritmo di crescita dell’economia cinese, mentre il secondo prende in causa l’aspettativa di un sempre maggiore apprezzamento dello yuan, difatti entrambi i fattori promettono grossi ritorni agli investitori esteri.
Questa situazione tuttavia non ha giovato all’economia cinese, la cui salute è minata da una crescente inflazione, al punto che l’indice dei prezzi al consumo ad aprile ha raggiunto il 5,3%, dunque si è attestato al di sopra della soglia mensile del 4% fissata per il 2011 dal premier Wen Jiabao .
Numerosi i tentativi da parte dell’autorità cinesi per far defluire l’eccessiva liquidità in circolazione nel sistema, operazioni che ad aprile sembrano aver dato i propri frutti.
Principalmente le mosse adottate hanno riguardato l’innalzamento dei requisiti di riserva obbligatoria delle banche e dei tassi di interesse della People’s Bank of China.
Inoltre, il governo incoraggia le imprese cinesi a investire all’estero e, nei primi quattro mesi del 2011, tali investimenti non finanziari hanno raggiunto la quota di 13,4 miliardi con un rialzo del 17,5% su base annua.
Nessun commento:
Posta un commento