Si sono conclusi con un accordo di cooperazione strategica commerciale i due giorni di colloqui economici che hanno visto impegnati la Cina e gli Stati Uniti.
Quattro le aree trattate dal documento siglato dal vice premier cinese Wang Qishan e dal segretario del Tesoro americano Timothy Geithner: macroeconomia, servizi finanziari, commercio, e investimenti ed infine cooperazione internazionale.
Senza risposte concrete sono invece rimasti alcuni temi spinosi che riguardano il rapporto tra le due potenze economiche, infatti nell’accordo non si parla dell’accesso al mercato americano da parte di aziende cinesi, del protezionismo e dell’apprezzamento dello yuan.
A tal proposito i due firmatari hanno però rilasciato delle dichiarazioni dal gusto un po’ polemico.
Per primo Wang ha auspicato che “gli Usa riconoscano la Cina come un’economia di mercato; allentino i controlli sulle esportazioni di articoli high tech e assicurino un trattamento equo alle compagnie cinesi che vogliono investire in America”; il vice premier cinese è consapevole che si tratta di un processo lungo, ma ha affermato che ormai “è tempo che questi problemi trovino una soluzione”.
In risposta Geithner ha esposto una serie di lamentele sul protezionismo esercitato dal governo cinese a favore delle aziende nazionali, sul furto di proprietà intellettuale e sull’uso di software contraffatti; ma ciò che preme di più al governo americano è il tema dell’apprezzamento dello yuan, nonché l’aumento del tasso di interesse.
Conclusi i colloqui, non si sono placate le polemiche, infatti numerose dichiarazioni sono state diffuse nei giorni successivi attraverso i media.
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