Lo scorso 27 aprile è stata inaugurata la nuova sede di Sistema moda Italia a Shanghai:
ampliare l’export del settore tessile italiano si prefigura come il fine da raggiungere.
Nel 2010 il settore dell’abbigliamento moda è cresciuto del 7,5 % e allo stesso modo è salito quello italiano, ma nonostante ciò sono solo duemila le aziende italiane che hanno una base all’estero, perciò Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione ed ex past president di Smi, aveva lanciato l’idea di aprire una sede di rappresentanza di Smi a Shanghai, dedicata alle aziende del settore, tra cui anche le piccole e medie imprese.
L’idea si è concretizzata lo scorso aprile grazie al sostegno di IntesaSanpaolo, della Fondazione industrie cotone e lino e di Milano Unica.
Tra coloro che hanno reso possibile questo progetto, figura il vicepresidente vicario di Smi Paolo Bastianello, il quale ha dichiarato che già duecento aziende si sono rivolte al desk; inoltre Bastianello ha sottolineato l’importanza della collaborazione con Lily Lee, project manager e responsabile della sede, “persona di grande esperienza, anche se il contributo dell’Ice è stato fondamentale e continuerà ad esserlo, come accade nelle sedi dell’Istituto commercio estero in Russia, Brasile o in altri mercati emergenti”.
Entusiaste le reazioni delle aziende che si sono rivolte all’ufficio di Shanghai, infatti per esse la penetrazione nel mercato cinese risultava poco agevole prima di affidarsi all’esperienza e agli strumenti forniti dal progetto di Sistema moda Italia: l’economia cinese è in continua evoluzione e ormai non può più basarsi esclusivamente sull’export, perciò lo sviluppo del mercato interno e l’aumento dei consumatori della classe media rappresentano delle ottime opportunità per il settore tessile italiano, ma è necessario avere le chiavi giuste fornite appunto dal desk di Shanghai.
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