Italia e Cina sono sempre più vicine, sia negli affari che nella diplomazia. Il mese di giugno, infatti, si terrà la visita del vice presidente cinese Xi Jinping (nonché probabile prossimo capo del governo) in Italia. Xi si fermerà a Roma per le celebrazioni della Festa della Repubblica e successivamente si recherà a Milano per discutere di affari e potenziali accordi commerciali tra i due Paesi.
L’Italia, attualmente quarto partner commerciale del Dragone, punta a incrementare il traffico commerciale tra le due economie, arrivando a 80 miliardi di dollari entro il 2015. L’obiettivo potrà essere raggiunto soprattutto tramite le attività delle piccole-medio imprese, realtà aziendali comuni ad entrambi i Paesi; in Cina ci sono 42 milioni di Pmi e 2.500 sono quelle italiane che hanno investito in loco. La strategia commerciale più adottata è quella delle partnership: la Repubblica Popolare dispone di manodopera a basso costo, materie prime, mezzi finanziari e capacità produttiva, ma ha bisogno del know how tecnologico tutto italiano. Tramite queste relazioni le aziende italiane penetrano più facilmente il mercato cinese, mentre le Pmi cinesi possono investire nel nostro Paese per poi estendere le attività di business in tutta Europa.
In quest’ottica si è tenuto la settimana scorsa a Milano l’Italy-Shanghai SME Enterprises Cooperation Forum, con la partecipazione di cinque associazioni di settore italiane, della Regione Lombardia e di Promos Milano. Per l’occasione, i rappresentanti istituzionali della municipalità di Shanghai hanno incontrato enti ed imprenditori lombardi per discutere ed analizzare le opportunità di business. L’importanza delle Pmi è emersa anche per quanto riguarda l’area di Shanghai, in quanto nella municipalità si contano 400mila piccole-medio imprese, di cui 50mila a carattere familiare.
Durante l’incontro è stato ricordato che la Repubblica Popolare dispone di un sistema normativo particolarmente favorevole alle piccole realtà aziendali: è del 2002 la legge che promuove le Pmi attraverso un sistema di finanziamenti specifici che sono riservati dai singoli ministeri. A Shanghai, inoltre, le piccole imprese sono supportate in ogni fase imprenditoriale ed esiste un fondo per i piccoli imprenditori particolarmente innovativi.
Tuttavia, la diffusione di partnership tra Pmi italiane e cinesi risulta ostacolata da alcune criticità, presenti soprattutto nella diversità dei due sistema-Paese: la concezione di “piccola impresa” differisce tra le due nazioni (per la Cina la soglia è di 3.000 dipendenti contro i 50 italiani) e la politica di visti, nonché le normative relative alla proprietà complicano ulteriormente le attività di business.