Dopo le tensioni degli ultimi mesi tra i due paesi, sembra che Cina e Stati Uniti siano intenzionati a cooperare e instaurare rapporti postivi. La riconciliazione si era già intravista qualche giorno fa, quando Obama ebbe una lunga telefonata con il presidente cinese Hu Jintao, trovando pieno accordo sulla questione nucleare dell’Iran.
Ora i segnali positivi arrivano invece dal fronte valutario: il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, ha deciso di posticipare la pubblicazione del rapporto sul mercato valutario che secondo molti conterrebbe un dossier esplicito sulla manipolazione dello yuan. Al rinvio di questo report si aggiunge la voce di questi ultimi giorni secondo cui Pechino potrebbe ampliare la banda di scambio dello yuan permettendo alla valuta un apprezzamento più graduale, indice che la Cina potrebbe attuare cambiamenti sulla propria politica monetaria. Il segnale decisivo infine giunge dallo stesso Geithner, il quale oggi è in visita in Cina per un incontro non programmato con il vicepresidente cinese Wang Qishan e che avrebbe dichiarato in precedenza di essere favorevole ad un dialogo strategico ed economico con la Repubblica Cinese. Tuttavia questa decisione non è appoggiata dal Congresso americano, il quale invece critica aspramente la politica monetaria cinese e auspica ad una legislazione che imponga tariffe sulle importazioni cinesi.
La decisione di mantenere lo yuan stabile nei confronti del dollaro avrebbe molti vantaggi per l’economia cinese: secondo la People’s Bank of China sarebbe una misura presa per contrastare la crisi e incentiverebbe la diminuzione dei prezzi d’importazione; per il Ministro del commercio cinese, invece, aiuterebbe ad aumentare l’occupazione nell’export.
Ora i segnali positivi arrivano invece dal fronte valutario: il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, ha deciso di posticipare la pubblicazione del rapporto sul mercato valutario che secondo molti conterrebbe un dossier esplicito sulla manipolazione dello yuan. Al rinvio di questo report si aggiunge la voce di questi ultimi giorni secondo cui Pechino potrebbe ampliare la banda di scambio dello yuan permettendo alla valuta un apprezzamento più graduale, indice che la Cina potrebbe attuare cambiamenti sulla propria politica monetaria. Il segnale decisivo infine giunge dallo stesso Geithner, il quale oggi è in visita in Cina per un incontro non programmato con il vicepresidente cinese Wang Qishan e che avrebbe dichiarato in precedenza di essere favorevole ad un dialogo strategico ed economico con la Repubblica Cinese. Tuttavia questa decisione non è appoggiata dal Congresso americano, il quale invece critica aspramente la politica monetaria cinese e auspica ad una legislazione che imponga tariffe sulle importazioni cinesi.
La decisione di mantenere lo yuan stabile nei confronti del dollaro avrebbe molti vantaggi per l’economia cinese: secondo la People’s Bank of China sarebbe una misura presa per contrastare la crisi e incentiverebbe la diminuzione dei prezzi d’importazione; per il Ministro del commercio cinese, invece, aiuterebbe ad aumentare l’occupazione nell’export.
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