L’Iran è considerato da molti paesi un partner e un interlocutore scomodo a causa delle sue posizioni sul nucleare. Washington cerca l’appoggio di Russia e Cina - che hanno diritto di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza - relativamente alle sanzioni atte a frenare il programma nucleare iraniano. Per Pechino, però, gli affari sono prioritari, e il dibattito sulle attività nucleari iraniane non ha certo dissuaso la Cina dall’intrattenere rapporti commerciali con l’Iran, tant’è vero che la Cina, scalzando la Germania, nel 2009 è diventata il primo partner commerciale di Teharan. Il business tra i due stati è cresciuto in modo impressionante: nel 1995 gli scambi commerciali avevano un valore di 300 milioni di euro, che sono diventati 11 miliardi nel 2006 e 16 miliardi nel 2009. I due Paesi sembrano aver trovato una perfetta sintesi tra domanda e offerta: l’Iran, che controlla alcuni tra i giacimenti di idrocarburi più forniti a livello mondiale, esporta in Cina – Paese che è divenuto il secondo consumatore di petrolio dopo gli Stati Uniti - notevoli quantità di petrolio e gas; mentre dai porti cinesi verso Teheran partono soprattutto container carichi di armi.Mentre il Cremino cerca di prendere le distanze dal potere di Teheran, la Cina si fa sempre più dinamica e aggressiva: con la partita iraniana Pechino sta dimostrando di aver iniziato a sviluppare un’idea di politica internazionale e, attraverso l’alleanza con l’Iran, potrebbe arrivare, da un lato all’area del Golfo Persico e alle risorse energetiche, e, dall’altro, al Caucaso e all’area del Mar Nero, al Mediterraneo e all’Europa.
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