Come annunciato qualche tempo fa il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale si stanno attivando per un riequilibrio dei poteri al loro interno. Dalla settimana scorsa, infatti, alla banca Mondiale si è assistito ad una redistribuzione dei diritti di voto a vantaggio della Cina e di altri paesi emergenti. La Repubblica Popolare Cinese passa da una percentuale di voto pari al 2,77% al 4,42%, superando così Germania, Gran Bretagna e Francia. Stati Uniti e Giappone, invece, rimangono ancora i maggiori azionisti dell’Organizzazione. L’operazione ha portato i paesi in via di sviluppo (BRIC ed altri) ad ottenere una quota di partecipazione del 47%, una quota maggiore di quella statunitense ed europea messe assieme. Per la Cina tutto questo rappresenta la conferma del proprio sviluppo economico; il paese, infatti, è oggi la terza economia mondiale. Il cambiamento è stato naturalmente accolto positivamente dalle autorità cinesi, in particolare dal Ministro della Finanza, Xie Xuren. Oltre alla Cina ad esultare sono anche gli altri paesi emergenti coinvolti, che vedono finalmente un passo in avanti nell’equilibrio tra paesi in via di sviluppo e paesi sviluppati. Le nazioni in questione ormai giocano un ruolo fondamentale nell’economia globale e nello sviluppo internazionale.
Parallelamente a questo cambiamento la Banca Mondiale ha deciso di aumentare il capitale a 3,5 miliardi di dollari per contrastare la crisi internazionale; per l’Organizzazione si tratta del primo aumento in più di 20 anni.
Parallelamente a questo cambiamento la Banca Mondiale ha deciso di aumentare il capitale a 3,5 miliardi di dollari per contrastare la crisi internazionale; per l’Organizzazione si tratta del primo aumento in più di 20 anni.
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