La sovracapacità di alcuni settori sta preoccupando gli economisti cinesi, i quali denunciano la realizzazione di numerosi progetti e la produzione di beni per cui non esiste una domanda sufficiente. Il problema si presenterebbe soprattutto in due ambiti: quello delle infrastrutture e quello della produzione industriale.
Nel primo caso si parla di strade, aeroporti, uffici commerciali e impianti industriali che sarebbero in costruzione senza che poi vi sia un reale bisogno. La produzione industriale lorda della Cina è cresciuta nei 5 anni precedenti al 2008 di circa 1,6 volte in più rispetto al PIL nazionale, ciò significa che la capacità produttiva dell’economia stava crescendo più velocemente rispetto alla domanda che l’economia domestica poteva supportare.
Nel secondo caso, invece, la questione riguarda in particolare industrie importanti dell’economia cinese: ferro e acciaio, cemento, vetro, carbone, carbone chimico e silicone poli-cristallino e attrezzature per l’energia eolica. Nel caso dell’acciaio, ad esempio, la Cina ha recentemente prodotto 58 milioni di tonnellate extra a fronte di una domanda mondiale in diminuzione del 14,9%. A preoccupare è inoltre la produzione di alluminio, di cui la Cina è il primo produttore mondiale; molte industrie del settore dovranno espandersi nel rame o altri metalli per sopravvivere.
Le conseguenze della sovracapacità produttiva danneggiano molte industrie, ma si verificano anche a livello globale. Secondo alcuni economisti a peggiorarne la situazione è stata la crisi economica che ha colpito l’Occidente.
Le autorità governative si stanno attivando per fronteggiare il problema attraverso misure di controllo della capacità, realizzate per ora soprattutto nel settore dell’acciaio. L’opinione di alcuni, però, è che questo fenomeno difficilmente si potrà frenare con le sole forze locali.
Nel primo caso si parla di strade, aeroporti, uffici commerciali e impianti industriali che sarebbero in costruzione senza che poi vi sia un reale bisogno. La produzione industriale lorda della Cina è cresciuta nei 5 anni precedenti al 2008 di circa 1,6 volte in più rispetto al PIL nazionale, ciò significa che la capacità produttiva dell’economia stava crescendo più velocemente rispetto alla domanda che l’economia domestica poteva supportare.
Nel secondo caso, invece, la questione riguarda in particolare industrie importanti dell’economia cinese: ferro e acciaio, cemento, vetro, carbone, carbone chimico e silicone poli-cristallino e attrezzature per l’energia eolica. Nel caso dell’acciaio, ad esempio, la Cina ha recentemente prodotto 58 milioni di tonnellate extra a fronte di una domanda mondiale in diminuzione del 14,9%. A preoccupare è inoltre la produzione di alluminio, di cui la Cina è il primo produttore mondiale; molte industrie del settore dovranno espandersi nel rame o altri metalli per sopravvivere.
Le conseguenze della sovracapacità produttiva danneggiano molte industrie, ma si verificano anche a livello globale. Secondo alcuni economisti a peggiorarne la situazione è stata la crisi economica che ha colpito l’Occidente.
Le autorità governative si stanno attivando per fronteggiare il problema attraverso misure di controllo della capacità, realizzate per ora soprattutto nel settore dell’acciaio. L’opinione di alcuni, però, è che questo fenomeno difficilmente si potrà frenare con le sole forze locali.
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