Con l’inizio del 2011 è tempo di bilanci anche per la Cina, Paese che nello scorso anno ha stabilito numerosi record in ambito commerciale ma che dovrà affrontare un 2011 leggermente in salita.
La Repubblica Popolare Cinese ha chiuso il 2010 con una lieve ripresa del surplus commerciale rispetto al 2009, ma ancora lontana dai record degli anni precedenti alla crisi. 183 miliardi di dollari è l’ammontare del saldo commerciale del Paese asiatico dell’anno appena concluso, che ha visto però il raggiungimento di un primato per quanto riguarda il commercio estero. Le esportazioni cinesi, infatti, sono cresciute, rispetto al 2009, del 18% arrivando alla cifra di 154 miliardi di dollari, a cui è peraltro seguita l’affermazione del Made in China a livello internazionale. Dato eccellente anche quello delle importazioni, aumentate del 39% nel 2010 e che si sono confermate superiori del 31% rispetto alle esportazioni.
Tra i settori trainanti dell’economia del Dragone, ottimi risultati sono stati ottenuti nel comparto dell’automotive: solo nel 2010 le vendite di auto in Cina sono state 13,8 milioni, con una crescita del 33%. Importante ed emergente settore è poi quello delle energie rinnovabili, di cui la Repubblica Popolare si è fatta promotrice con enormi investimenti nell’eolico e fotovoltaico, direzione che il Paese seguirà anche nel nuovo anno.
Per ciò che riguarda il 2011, comunque, le prospettive rimangono positive, pur con un calo rispetto all’anno precedente. La Banca Mondiale, infatti, stima la crescita economica della Cina all’’8,7%, contro il 10% del 2010, e per il 2012 probabilmente il tasso scenderà all’8,4%. Tali considerazioni sono fatte sulla base delle politiche previste e già in atto per
contenere l’inflazione e i fenomeni speculativi che hanno messo a rischio il sistema economico cinese nei mesi scorsi.
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